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A rischio la sede vastese del Consorzio di Bonifica, Pollutri s'appella alle associazioni di agricoltori

Intervento del sindaco di Cupello

a cura della redazione
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"L’appresa notizia sulla vendita della sede del Consorzio di Bonifica di Vasto determinerebbe, nel caso in cui la notizia fosse fondata, notevole apprensione da parte di numerosi sindaci del comprensorio. Tale scelta, soprattutto se avallata dai sindacati agricoli, che sono stranamente silenziosi sull’operazione, rappresenterebbe un altro schiaffo alla credibilità organizzativa del territorio vastese". Sottolinea questo, in una nota, il sindaco di Cupello Angelo Pollutri. "Agli allarmi di crisi nei settori come quello dell’industria, vi sarebbe da aggiungere quello del comparto agricolo, settore anch’esso fondamentale per il territorio Vastese - prosegue -. Perdere l’intelligenza programmatica, ovvero gli uffici tecnici e di rappresentanza della struttura, rappresenterebbe un danno economico di notevoli dimensioni, se si considera che con il completamento della diga di Chiauci il settore agricolo potrà avere, nel prossimo futuro, materia prima (acqua a scopo irriguo) per ammodernare il comparto produttivo. Concordo con la sollecitazione del consigliere provinciale Giuseppe Forte nel considerare l’eventualità di uno spostamento della sede del Consorzio da località sant’Antonio Abate a località Zimarino presso il Cotir. La forza di tale proposta sta nel fatto che sia l’attuale sede, sia un eventuale spostamento al Cotir rappresentano zone facilmente raggiungibili da tutto il comprensorio. E’ ovvio che resta ferma la convinzione che alla città di Vasto va affidato il ruolo di 'capitale' del comprensorio, però la stessa deve dotarsi di generosa responsabilità, sapendo che sulle proprie spalle ci sono altri 29 comuni. Concludo invitando i sindacati appartenenti al settore agricolo a mobilitarsi, informandone tempestivamente i propri iscritti sulla volontà della Deputazione che dirige il Consorzio di Bonifica a trasferire la sede dello stesso in località Piazzano di Atessa. Ciò comporterebbe gravi difficoltà logistiche per i coltivatori del Vastese, che sarebbero costretti ad arrivare in Val di Sangro per relazionarsi con l’Ente".
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