Da Claudio Zimarino e Antonino Spinnato, del Movimento ''Un voto pulito per Vasto'', riceviamo e pubblichiamo: ''Sul fondamentale tema della modifica del Piano Regolatore ci preme puntualizzare la nostra posizione. Noi riteniamo che molto si può fare per evitare che continui lo scempio cui abbiamo assistito in questi anni. Affermare che ''eventuali varianti andrebbero a ledere diritti acquisiti dei proprietari delle aree edificabili'' contraddice quello che è l'orientamento unanime della giurisprudenza (si veda per esempio il trattato di diritto urbanistico del Prof. Aldo Fiale), che può essere così sintetizzato:
in generale il Comune ha facoltà ampiamente discrezionale di modificare precedenti previsioni urbanistiche, senza obbligo di motivazione specifica per le singole zone, essendo sufficiente una indicazione congrua delle esigenze da soddisfare che siano coerenti con criteri di ordine tecnico-urbanistico (vedi ad esempio sentenza del Consiglio di Stato sez IV 3 Luglio 2000 numero 346);
solo nel caso di varianti che vanno ad incidere su terreni già sottoposti a piano di lottizzazione debitamente approvato e convenzionato o di varianti limitate ad un determinato terreno, la variante tesa a modificare la destinazione ha bisogno di una puntuale motivazione; questa motivazione deve dimostrare la prevalenza del nuovo interesse pubblico su quello privato (vedi ad esempio sentenza del Consiglio di Stato sez IV del 5 Dicembre 1994 numero 992); sono legittime le varianti dichiarate destinate a salvaguardare l'ambiente che non contengano una diffusa analisi argomentativa, tenendo presente il valore fondamentale della tutela del paesaggio di cui all'articolo 9 della Costituzione (vedi ad esempio sentenza del Consiglio di Stato sez IV del 20 Marzo 2001 numero 1679). Il Piano Regolatore quindi si può e si deve cambiare profondamente, con l'obiettivo di proteggere il paesaggio costiero, bloccare l'attività edilizia lungo i pendii, proteggere la qualità della vita nelle nuove zone di espansione edilizia, aumentare le aree verdi per proteggere la salute e contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici. Il Piano Regolatore si può e si deve cambiare perché è stato costruito su un ipotesi di sviluppo della popolazione manifestamente infondata, essendo figlio di una cultura clientelare ed affaristica che noi rifiutiamo. La revisione del Piano Regolatore sarebbe fra l'altro occasione per introdurre nuovi criteri di costruzione finalizzati al risparmio energetico e delle risorse idriche. Concludiamo dicendo che l'art 9 della Costituzione recita: ''La Repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della Nazione'', l'interesse pubblico, costituzionalmente tutelato, non può cedere il passo agli interessi privati di pochi costruttori e la Politica non può alzare bandiera bianca''.