Non si ferma il botta e risposta tra Davide D'Alessandro, consigliere comunale e fondatore di Alleanza per Vasto e Giuseppe La Rana, consigliere comunale e coordinatore cittadino di Futuro e Libertà.
Ieri la nota di La Rana che, sostanzialmente, chiedeva a cosa serviva adesso ApV se D'Alessandro non ne riconosceva più l'importante. Adesso arriva la risposta di D'Alessandro.
"Apprendo - scrive il consigliere comunale - che il giovane La Rana, operando una disinvolta invasione di campo in casa altrui, è sorpreso, perplesso, amareggiato, e si chiede: “Se ApV è morta, D’Alessandro chi rappresenta?”. Be’, intanto ApV non è affatto morta; anzi, gode di ottima salute avendo, alle ultime comunali, battuto Api e Fli, i partiti di Rutelli e Fini, ed eletto il sottoscritto come consigliere. Ieri, infatti, sono stato in Consiglio (ininterrottamente, dalle 9 alle 18, senza incontrare il coordinatore cittadino di Fli, peraltro assente anche nei Consigli precedenti) a rappresentare chi mi ha eletto e il sottoscritto. Assicuro che non è poco.
A me fa piacere che il giovane La Rana definisca “importante” ApV, in grado di costruire un consenso elettorale di riguardo. Lo so bene, perché l’ho fondato io, insieme a Del Prete. Ci abbiamo lavorato con intensità, senza risparmio di energie, un anno e mezzo e, con l’aiuto di tutti i candidati, abbiamo centrato un ottimo risultato. Fatti, numeri, non chiacchiere.
Ora io, uno dei fondatori, ritengo che ApV debba dare un notevole contributo alla riconfigurazione del quadro politico e alla semplificazione, non più eludibile, dello stesso. Lo vogliono i cittadini, che non sopportano più i tanti simboli, le tante sigle, i tanti generali senza esercito.
In tal senso, e rispettando fedelmente il percorso intrapreso due anni fa, chiederò a Del Prete (Api) e a Montemurro (Udc) di dare vita con me (ApV) a una federazione che, in Consiglio, con un unico capogruppo (o portavoce che dir si voglia), percorra la strada della moderazione, del contributo concreto alla soluzione dei tanti problemi che Vasto presenta. Ho già cominciato a parlarne con il consigliere regionale Tonino Menna, certo di trovare, da sempre, un interlocutore attento e propositivo.
Fuori dal Consiglio, nulla vieta che la federazione si incontri con Fli, dando un segnale di unità verso il tanto proclamato Terzo Polo, per ora una fantasia con tre cartelli separati.
Ecco quanto intendo promuovere come eletto di ApV. Nulla di più, ma anche nulla di meno. Perché se ciò che propongo non dovesse essere accolto, mi riterrò assolutamente libero di unirmi a chi desidera unirsi con me. Un partito? Be’, chiedere a un esponente civico di andare oltre se stesso per approdare in un’altra civica, non avrebbe senso.
Sono interessato a unire, a mettere insieme, a fare sintesi.
Le allusioni di chi ritiene che abbia potuto usare ApV (e avrei anche potuto farlo, essendone stato fondatore) non mi toccano. Di un altro, invece, abbiamo avuto il sospetto che fosse salito sul carretto di un partito per farsi eleggere in Consiglio.
Quando, durante il confronto per l’apparentamento con Della Porta, ha preteso per iscritto di essere garantito nella buona e nella cattiva sorte, nella vittoria e nella sconfitta, ne abbiamo avuto la certezza. Ma Adriano Panatta - conclude D'Alessandro - non smette mai di ricordare che giocare è facile, vincere è un altro sport. Io ho vinto e c’è chi non riesce a digerirlo. Pazienza. Adesso voglio fare politica con chi non ha problemi di digestione".