‘Incartato’, ‘arenato’, ‘insabbiato’: per diverse ore, ieri, il Consiglio comunale di Vasto, pure con la ribalta della diretta streaming sul web, si è ritrovato senza sbocchi, con diversi ‘stop and go’ che riportavano però sempre ad un punto. Quello della mancata approvazione dell’immediata esecutività del primo atto approvato dalla rinnovata assise civica, relativo alla convalida degli eletti.
Con questa carenza il successivo sviluppo della seduta ha trovato, secondo le minoranze, un ostacolo palese. Prima di questo ‘bailamme’, con sospensioni ripetute dell’assemblea ed interruzione pomeridiana per riprendere intorno alle 18, saluti, spazio al giuramento ed al discorso di insediamento del riconfermato sindaco Luciano Lapenna, affiancato dai componenti della sua Giunta municipale (Vincenzo Sputore, Lina Marchesani, Nicola Tiberio, Antonio Spadaccini, Mario Olivieri e Marco Marra, non c’era Anna Suriani per ragioni di salute) ed al cospetto di nuova assise civica, autorità e cittadini. Tra le minoranze, in particolare da Mario Della Porta, candidato sindaco del centrodestra battuto al ballottaggio, messa pure in dubbio la efficace presenza dei sette subentranti agli assessori designati da Lapenna, rilievo questo contestato dallo stesso sindaco e dal segretario comunale Rosa Piazza sulla base di una sostituzione che sarebbe automatica dopo la nomina dei membri dell’esecutivo comunali.
“Si inizia con un pasticcio - diceva Etelwardo Sigismondi (Pdl) -. I nostri non sono capricci o cavilli, ma le regole vanno rispettate, soprattutto da chi, come il sindaco, ha sbandierato trasparenza e legalità come cavalli di battaglia della sua campagna elettorale. Alla fine, dopo ore e ore di discussione ed ‘incartamento’, la maggioranza è andata avanti, con le minoranze polemicamente fuori dall’aula e così Giuseppe Forte è stato eletto presidente del Consiglio comunale, ma non al primo passo, solo al secondo, considerato l’appoggio esclusivo della maggioranza.
LA CRONACA DELLA GIORNATA - A presiedere la prima seduta del rinnovato Consiglio comunale di Vasto, in qualità di consigliere più votato (considerando Vincenzo Sputore assessore) è Giuseppe Forte. L'esponente del Pd è anche l'indicato per la presidenza da parte della maggioranza. Tra i presenti, nella sala consiliare 'Giuseppe Vennitti', il senatore Giovanni Legnini, i già parlamentari Arnaldo Mariotti e Nicola Carlesi, i consiglieri regionali Paolo Palomba, Antonio Prospero, Antonio Menna e Nicola Argirò, gli ex sindaci Nicola Notaro e Filippo Pietrocola, il presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, il presidente della Camera di Commercio di Chieti Silvio Di Lorenzo, Ugo Terracciano, negli anni scorsi dirigente del Commissariato di Polizia a Vasto, i sindaci di San Salvo e Cupello Gabriele Marchese e Angelo Pollutri, i vertici delle forze dell'ordine locali, il presidente dell'AssoStampa di Vasto Giuseppe Catania e numerosi cittadini ed anche familiari dei componenti dell'amministrazione comunale tra Giunta e Consiglio. Il clima, realmente, è da 'primo giorno di scuola'. Dopo appello e convalida degli eletti Inno di Mameli e giuramento del sindaco Luciano Lapenna che poi avvia il suo discorso. “Mi adopererò - dice Lapenna - per sconfiggere coloro che descrivono Vasto come città alla deriva e chi offende le istituzioni. Il voto popolare va rispettato“. L'apertura del discorso è relativa alle polemiche continue nei suoi confronti di una parte degli organi di informazione. Li definisce "strilloni" Lapenna. "Ben venga la critica, ma la calunnia e l'offesa non pagano". Poi l'attualità della crisi economica ed alcune delle realizzazioni della precedente amministrazione comunale (cita parcheggio multipiano e raccolta differenziata dei rifiuti) nel seguito del discorso. Sul federalismo fiscale Lapenna sottolinea le difficoltà degli enti locali nel reperimento delle risorse necessarie per i servizi da assicurare e auspica “maggiore autonomia agli enti locali, in uno Stato solidale e con la certezza delle risorse. Vasto - poi sottolinea - è una città che cambia e che cresce e la nostra idea di sviluppo è condivisa dai vastesi". C’è anche la citazione di una lettera di San Paolo ai Corinzi: "Il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo". Lapenna: "Quel corpo è la nostra città, tutti i cittadini devono sentirsi corpo assieme a chi è chiamato ad amministrare". Dedica, infine, la vittoria elettorale e la riconferma del centrosinistra ai giovani della città. "Sono depredati del loro futuro. Auguri a loro, auguri all'Italia, auguri a voi tutti, auguri alla nostra Vasto".
Dopo una prima sospensione ecco gli inghippi. Forte passa al punto dell’odg relativo all’elezione del presidente del Consiglio comunale (il Pdl prova a ‘sparigliare’ indicando Francesco Menna del Pd quale presidente condiviso, ma la maggioranza conferma la fidicua a Forte) e subito iniziano i rilievi del centrodestra sulla carenza del provvedimento dell’immediata esecutività degli atti. Giangiacomo, Marcello, Sigismondi (Pdl), Della Porta (che farà parte del gruppo Vasto Giovani e non del Pdl) ed anche Montemurro (Udc), Del Prete e D’Alessandro (Nuovo Polo), mentre restano silenti Desiati e Bischia (Progetto per Vasto) evidenziano questo difetto. Non mancano momenti di tensione, specie tra Giangiacomo e Forte e tra quest‘ultimo e D‘Alessandro in particolare. Si va avanti a singhiozzo e prende strada l’ipotesi del rinvio della seduta con successiva riconvocazione del Consiglio comunale con elezione procrastinata della presidenza del Consiglio. Lapenna parla di “cavilli” e chiede “buon senso”, ma le opposizioni non arretrano: “Le regole si rispettano e qui mancano i presupposti per proseguire”. Alla fine la maggioranza va avanti, ma tra le polemiche e le accuse di irregolarità del centrodestra che abbandona l'aula. E l’elezione del presidente dell’assise civica, con la riconferma di Forte, avviene con la sola partecipazione al voto della maggioranza, senza il concorso della minoranza. Per i vice presidenti, uno dei quali spetta alla minoranza, ci sarà spazio nella prossima seduta, così come per la composizione della Commissione Elettorale.
Il resto scivola via tranquillo: Lapenna accetta la proposta di Desiati di rinviare il punto della presentazione delle linee programmatiche con successiva apertura di una discussione e poi indica i nomi, già noti, dei suoi assessori per i quali le relative deleghe verranno ufficializzate nella prima seduta di Giunta. La campanella finale suona alle 20. Il primo inizio è all'insegna del 'muro contro muro'.