"Lo spegnimento della seconda candelina dell’Amministrazione Di Giuseppantonio alla provincia di Chieti più che la celebrazione di una festa potrebbe essere un funerale politico di questo centrodestra a guida Udc. I recenti risultati elettorali alle amministrative certificano il fallimento di una coalizione costituita per vincere le elezioni non certo per governare e divisa su tutto": così il capogruppo del Partito Democratico, Camillo D’Amico.
"La mai chiarita vicenda dei debiti in eredità ha funzionato bene per un lungo periodo a giustificare il loro immobilismo ma ora la gente vuole e chiede altro: iniziativa politica sulle tante vertenze di lavoro, recupero di autorevolezza nei confronti delle istituzioni superiori, avvio dei lavori del programma triennale delle opere pubbliche a finanziamento regionale, recupero di governo dello sviluppo e pianificazione del territorio”, continua Nicola Tinari, capogruppo di Rifondazione Comunista. ““Hanno abdicato al loro ruolo, delegando tutto all’esterno come il taglio delle erbe infestanti lungo le strade provinciali, le attività estive, l’importante perimetrazione del costituendo Parco Nazionale della Costa Teatina e la riorganizzazione della rete scolastica", aggiunge Eliana Menna, capogruppo dell'Italia dei Valori.
"La nostra opposizione - conclude Giovanni Mariotti di Sinistra Ecologia e Libertà - è stata sempre di merito. Abbiamo formulato tante proposte e mosso sollecitazioni talvolta anche provocatorie come l’attivazione di un tavolo permanente di confronto con le parti sociali e datoriali oppure l’insistere sull’avvio di un serio progetto di stabilizzazione per i lavoratori interinali attraverso una profonda rivisitazione del ruolo dell’Ops, ma è come aver parlato ad un muro di gomma".