Cinquantamila firme per dire no al petrolio. Un tavolo pieno zeppo di migliaia di vite, famiglie, associazioni, enti, comuni, tutti impilati uno sull'altro su fogli bianchi con date di nascita e indirizzi.
Le associazioni 'Nuovo Senso Civico' e Comitato 'Difesa dei Beni Comuni' hanno presentato le firme raccolte con la petizione per la revoca di tutti i permessi di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Abruzzo e nel mare antistante. L'impegno degli attivisti del "no petrolio" è partito da lontano, per un'attività andata avanti senza soste negli ultimi due anni in modo particolare. "L'Abruzzo è soggetto ad un attacco da parte di svariate compagnie petrolifere straniere - commenta il senatore Enrico Graziani, protagonista negli anni '60 della battaglia contro l'insediamento della Sangro Chimica in Val di Sangro - e alla base c'è il piano di sviluppo del Governo del 2008 in cui c'è scritto che la nostra regione deve diventare un distretto minerario-petrolifero come la Basilicata. Un attacco di così vasta portata poteva essere contrastato in un modo solo: cercando di mettere insieme il massimo possibile di forze e di istituzioni, di destra e di sinistra, così come abbiamo cercato di fare". Parola d'ordine, dunque, è "trasversalità " che comprende soprattutto la partecipazione popolare, ma anche l'impegno da parte delle istituzioni a contrastare l'arrivo delle compagnie petrolifere.
La petizione verrà inviata a tutte le autorità di governo nazionale e regionali, ai gruppi parlamentari, ai partiti politici e all'Unione Europea. "I Comuni che ospitano i pozzi petroliferi - sottolinea Alessandro Lanci, presidente di Nuovo Senso Civico - sono 221 su 305 e risulta interessato il 50% del territorio e il 90% della popolazione. Tutto questo nella regione verde d'Europa". Nuovo Senso Civico ha calcolato che tutto il petrolio estratto e da estrarre in Abruzzo basterebbe per soli 9 giorni al fabbisogno nazionale. "I 6mila posti di lavoro promessi da Confindustria e dalla compagnie petrolifere sono una balla - attacca Lanci - chi lavora alle piattaforme, che sono tutte automatizzate, sono in realtà pochissimi operati altamente specializzati provenienti dall'estero".
Di petrolizzazione della costa si tornerà a parlare domani, nel corso dell'incontro 'Petrolio o Parco', programmato nella zona dell'oasi della piccola pesca di Vasto Marina, nella zona del pontile, alla presenza della prof.ssa Maria Rita D'Orsogna, in prima linea in questa 'battaglia', e di Lino Salvatorelli, coordinatore della Costituente 'Vogliamo il Parco'. Al centro dell'attenzione anche il recente 'no', espresso dal Ministero dell'Ambiente, alla richiesta di ricerca petrolifera presentata, nello spazio di mare antistante la riserva di Punta Aderci a Vasto, dalla società Petroceltic Italia.