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L'ampliamento del porto di Punta Penna: tanti soldi per garantirci un magro futuro

Lettera di un giovane vastese

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Caro direttore, ho deciso di scrivere per esprimere tutta la mia personale contrarietà al progetto di ampliamento del porto di Punta Penna. Questa non è programmazione, è solo opportunismo economico e politico. Vasto non ha alcuno scalo ferroviario, i lavori per il porto determineranno e accelereranno l'erosione della costa e le ripercussioni sul turismo saranno devastanti. E' grave che nessun candidato a sindaco dica la sua sull'argomento. Ancor più grave è la presenza del sindaco di Vasto all'apertura dell'assemblea. La crisi economica che stiamo vivendo non è dovuta a "colpe" dei lavoratori o a mancanze di infrastrutture nate già vecchie. Questa è una crisi di sistema che dovrebbe stimolare una riconversione delle attività produttive verso ambiti produttivi al passo con i tempi (energie alternative, piccolo eolico, riciclo di materie prime ecc.) . I 150 milioni di euro che dovrebbero essere spesi potrebbero generare benessere per tutti. Al contrario, con questa scelta si decide di sprecarli. Io non dico "no" a tutto. Mi sarebbe piaciuto sentire di una delocalizzazione della zona di Punta Penna, della creazione di un nuovo polo industriale e fieristico da realizzare nelle aree del nostro Comune limitrofe a quelle dei comuni di San Salvo e Cupello. Mi sarebbe piaciuto sentir parlare di Parco Nazionale della Costa Teatina ed invece questi politici privi di ogni tipo di lungimiranza continuano a promettere tutto ed il contrario di tutto. Bisogna decidere e parlare con chiarezza. Un parco nazionale non è compatibile con un porto pronto ad accogliere le navi cisterna della Petroceltic. I politici dicano come la pensano sul petrolio, ampliamento del porto e turismo ed i cittadini siano liberi di decidere chi votare. Fino ad oggi c'è stato solo un assordante silenzio.
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