Il progetto con il consistente ampliamento del porto di Punta Penna (nelle carte è previsto, di fatto, il raddoppio degli spazi attuali del bacino) va avanti.
L'iter per la definitiva concretizzazione del Piano Regolatore Portuale procede e di questo si è discusso ieri, alla Pinacoteca di Palazzo d'Avalos, nell'ambito di una pubblica assemblea organizzata dal Consorzio Industriale del Vastese unitamente all'Ufficio Circondariale Marittimo-Guardia Costiera. I lavori sono stati aperti da un breve intervento del sindaco di Vasto, Luciano Lapenna. Hanno fatto seguito quelli del commissario del Consorzio Industriale, Mario Battaglia, dell’ing. Nicola Bernabeo, tecnico dell’ente, dell’ing. Luca Lapremma, ddll’ing. Paolo Contini, direttore tecnico della 'Modimar', la società che ha curato la progettazione del Piano Regolatore Portuale di Punta Penna. Tra i vari interventi quello del dott. Giacomo Cozzolino, esperto in materia ambientale. Punto focale il notevole investimento, quantificato in 145 milioni di euro, occorrente per dare corpo all'opera pubblica con la maggior parte delle somme preventivate per il prolungamento della diga foranea e la realizzazione di nuove banchine. Per Contini un nuovo porto che sfrutterebbe al meglio la profondità dei fondali antistanti il promontorio di Punta Penna. “Profondità – ha detto – che vengono invidiate da strutture ben più importanti, come Ravenna, che quell’altezza la possono solo sognare”.
“Credo che, se non ci saranno intoppi, nel giro di sei mesi le procedure potranno dirsi completate - ha sottolineato, da parte sua, il comandante del Circomare, il tenente di vascello Daniele Di Fonzo -. Il 18 aprile scadranno i termini per la presentazione delle osservazioni, poi la Regione sarà chiamata a rilasciare la Valutazione Ambientale Strategica. Quindi la competenza si sposterà a Roma, dove al Ministero la commissione nazionale Lavori pubblici dovrà esprimere il proprio parere entro 45 giorni”. Ultima fase del percorso la delibera di adozione dell'Autorità Marittima e la Via, Valutazione d’Incidenza A0mbientale. Relativamente all'ipotesi di raddoppio degli spazi a Punta Penna si è detto favorevole Gabriele Tumini, presidente dell'AssoVasto a giudizio del quale l'economia del territorio potrà avere benefici da uno scalo funzionale ed efficiente.
Perplessità e contrarietà non mancano. Il WWF, ad esempio, critica la posizione di Confindustria sulla vocazione del porto e dell'area industriale di Punta Penna. Per Lino Salvatorelli dell'Arci il rischio è di investire somme considerevoli senza avere una ricaduta utile e, in questo caso, è citato il degrado attuale di un altro porto 'mastodontico', quale quello di Manfredonia. "Si vogliono spendere - rimarca - 150 milioni di euro per raddoppiare il porto. Noi ci chiediamo: se non funziona quello di Manfredonia, perché dovrebbe funzionare quello di Vasto? A meno che non si voglia avere la Petroceltic come principale cliente... E il turismo a Manfredonia è sparito. Meditate politici, meditate!".