Il più ‘giovane’ avrà 48 anni: l’età media dei futuri ’competitor’ alla carica di sindaco a Vasto, almeno considerando movimenti e nomi registrati fin qui, a meno di tre mesi dal voto, è decisamente alta.
Altro che nuove generazioni e ricambio di classe dirigente. Con qualche eccezione, gira e rigira, i protagonisti in campo sulla scena politica - direttamente ma anche e soprattutto indirettamente e apparentemente ’dietro le quinte’ - sono principalmente gli stessi. Eccoli, in ordine cronologico dal più ‘piccolo al più ‘grande‘, quelli che potrebbero essere gli sfidanti a Vasto per la poltrona di primo cittadino a palazzo di città : Nicola Del Prete (48 anni da compiere domani, auguri in anticipo…); Michele Celenza (53), Massimo Desiati (54), Luciano Lapenna (57), Peppino Forte (63), Ivo Menna (63) e Mario Della Porta (77). Una situazione in linea con quel che accade anche ad altri livelli, a tutti della politica, non certamente uno ‘scandalo’ da queste parti ma dal momento che spesso quel che si propina è sempre lo ‘svecchiamento’, il ‘rinnovamento‘ ecc. ecc., allora ecco che l’aspetto di sicuro non può passare in secondo piano.
La vigilia di questa fase elettorale, per la verità , non si era presentata male agli occhi di chi ama le parole ‘nuove generazioni’ e ‘ricambio’: poteva profilarsi, ad esempio, una sfida tra Etelwardo Sigismondi (36 anni) e Domenico Molino (41), in rappresentanza delle principali coalizioni dello scacchiere politico, centrodestra e centrosinistra. Sigismondi, coordinatore cittadino del Popolo della Libertà , non aveva mai nascosto la propria ambizioni di poterci essere, mettendosi a disposizione dello schieramento. Niente da fare. Non solo a lui è stato preferito un candidato con più del doppio degli anni (senza nulla togliere all‘autorevolezza del profilo dell‘interessato). Forse spazio al prossimo ‘giro’, chissà . Molino, ex assessore e pronto a rientrare in ’squadra’ a quanto pare, per mesi ha caldeggiato le primarie di coalizione nel centrosinistra mettendosi a capo dei ’rottamatori’ e puntando pure lui al rinnovamento. Niente pure in questo caso.
Inevitabile, a questo punto, la citazione del libro del professor Alessandro Rosina, 40enne docente di Demografia all’Università Cattolica di Milano, Non è un paese per giovani. L’anomalia italiana: una generazione senza voce. Sembra starci tutta.