Dice di non aver ritirato la sua candidatura alle primarie, ma di fatto sa bene che con la sua iniziativa (le dimissioni da sindaco) e la piega che ha preso la discussione nell’ambito del Pd e della coalizione di centrosinistra queste, a meno di ulteriori ed improbabili ’giravolte’, non si faranno mai.
Niente sfida con Peppino Forte, insomma, al di là delle dichiarazioni dei vertici regionali e provinciali che parlano di unità da ritrovare e di primarie da fare. La voglia di volerci essere alle prossime elezioni c‘è tutta, però: "Sono in campo", dice il sindaco dimissionario. Luciano Lapenna, nel giardino di casa, parla ad un'affollata platea di giornalisti, ex assessori, ancora attuali consiglieri comunali, segretari di partito, amici e simpatizzanti. Cita il termine "slealtà " riferendosi al presidente del Consiglio comunale per il percorso finale della candidatura alle primarie ("doveva essere, da segretario, garante del partito e non lo è stato"), difende la bontà dell'azione amministrativa portata avanti per quasi cinque anni sempre in condivisione e annuncia già un primo comizio, sabato sera alle 18 in piazza Diomede, per incontrare i cittadini e per iniziare a tracciare un bilancio della sua amministrazione comunale. Sulle dimissioni le definisce al momento irrevocabili, ma lascia una 'porta aperta', in attesa - auspica - di un chiarimento all'interno di quello che è, sottolinea, ancora il suo partito, il Pd. Chiarimento che per Lapenna, a questo punto, è uno solo: retromarcia sulle primarie e convergenza sulla sua riproposizione, pare di capire un po' a tutti.
Nel 'mirino' del sindaco, oltre a Forte, in particolare Domenico Molino, ironicamente definito 'il rottamatore' e la componente VastoViva ed in particolare Angelo Bucciarelli, che a giudizio del sindaco si sarebbe risentito dopo l'estromissione dal Cda del Civeta, e Maria Amato. Strali anche contro il Partito Socialista che chiede le primarie dicendo di avere un proprio candidato ed alla fine non vi partecipa. In più di mezzora di discorso, in parte leggendo un documento, in parte 'a braccio', ricostruisce gli ultimi mesi, la richiesta delle primarie, l'appoggio manifestatogli da Forte all'incontro con la senatrice Finocchiaro, la 'giravolta' di Molino e le ultime frenetiche ore culminate con la sfida 'Lapenna vs Forte' di sabato sera.
E si dice rammaricato e deluso proprio per quel che il suo partito non gli ha riconosciuto. "Abbiamo fatto tanto in questi cinque anni e ripresentandoci uniti vinceremmo tranquillamente al primo turno e così, invece, diventiamo il salvagente di un centrodestra diviso".