Sulla gestione dei rifiuti in Abruzzo critiche dirette del sindaco di Cupello Angelo Pollutri verso il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi. Sono contenute nella lettera aperta che qui di seguito pubblichiamo.
"L'intervista al presidente della Giunta regionale Gianni Chiodi, pubblicata il 6 gennaio, chiarisce definitivamente quale idea delle istituzioni ,dell'Abruzzo,e degli abruzzesi ha maturato lo stesso da quando è presidente della Regione. Ma dobbiamo restare al tema affrontato nel pezzo pubblicato, ovvero sui rifiuti. Il presidente butta giù la maschera addossando ai comuni ed ai sindaci una incapacità di gestione della materia, dimenticando i guai che lo stesso ha affrontato e non risolto con la discarica di Teramo, nella sua veste di sindaco della stessa città . Adesso, spogliandosi dalle vesti di vittima di provvedimenti da parte delle strutture regionali competenti in Regione, lo stesso tiene per sé la delega all'Ambiente e riscrive le regole per sanare le sue pendenze da sindaco, utilizzando la stessa struttura e gli stessi dipendenti che avevano chiuso la discarica di Teramo. Il presidente mal sopporta la gestione pubblica di materie delicate quali l'acqua ed i rifiuti e va su tutte le furie quando è chiamato al dialogo, soprattutto con i sindaci che non sono del suo stesso colore politico. La materia rifiuti in Abruzzo non può essere governata dai privati ed i privati non possono più scrivere le regole. I rifiuti possono rappresentare per la nostra regione materia di sviluppo se essa è governata dalle regole e se queste sono fatte rispettare dai soggetti deputati a farlo, ovvero chi ne è competente per materia e per delega, cioè gli eletti dal popolo e quindi i sindaci ed altri rappresentanti delle istituzioni pubbliche.
L'economia 'verde', legata alla valorizzazione dei rifiuti, alle fonti energetiche rinnovabili, alla corretta gestione integrata dei rifiuti, la riqualificazione dei centri storici minori utilizzando forme di incentivi sull'autosufficenza energetica ed altro ancora per la nostra regione possono essere sbocco di qualificazione ambientale e culturale e forma di sviluppo occupazionale. Il presidente Chiodi, invece, vuole semplicemente appaltare a privati la materia ambientale e gli stessi il massimo che hanno prodotto in questi anni sono dei 'buchi' per terra dove allocare rifiuti e con questo fare business. Chiodi ha una visione dell'Abruzzo antecedende la pastorizia ed ha una fiducia nelle istituzioni locali che è sotto lo zero. La materia rifiuti in Abruzzo è andata verso dati allarmanti guarda caso dove è più forte la presenza dei privati e verso margini preoccupanti sul rispetto delle regole dove gli enti locali soccombono nelle forme organizzative. Chiodi mal sopporta la gestione pubblica, che sconta certamente la lentezza del dibattito e della dialettica politica, ma ha una garanzia ineludibile, 'il pubblico è con il popolo' e non sempre questo significa appesantire i conti pubblici. Sui servizi pubblici esiste un margine di utile che deve restare ad appannaggio del pubblico, altrimenti è la fine per i nostri amministrati. Il presidente Chiodi, invece, quando invoca il commissariamento lo fa per eludere un dibattito pubblico e trasparente e legittima un accavallamento delle regole poggiando tutto sul criterio dell'urgenza. In Abruzzo è ormai vigente, anche a causa del terremoto, un metodo di regole e provvedimenti calati dall'alto a seconda di quella che è l'esigenza di chi dve operare e non di chi dev'essere operato. I territori fuori dal cratere vivono in un sorta di abbandono ed amministratori ed amministrati degli stessi vivono le loro esperienze di reciprocità in attesa della dcisione del 'capo' che ci dirà come dobbiamo affrontare questo o quel problema e soprattutto per chi deve essere risolto il 'problema' e poi avanti al turno successivo. Una Regione senza cervello, che è dovuta ricorrere al CNR per comprendere di quanti termovalorizzatori ha bisogno l'Abruzzo e soprattutto dove. Una classe dirigente di eletti a scrivere le leggi per il nostro futuro che non è in grado di dire alla propria struttura regionale, competente in materia, come programmare la risoluzione del problema rifiuti in Abruzzo e per gli abruzzesi. Dire che siamo al Medio Evo significherebbe fare un complimento di modernità alle considerazione del presidente della Regione Abruzzo.
Forse è meglio dire: ridateci Gaspari e Natali. Almeno al centro dello scontro c'erano temi di sviluppo e meno guai giudiziari.