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OMBREGGI NELLA FASCIA DUNALE, L'AMAREZZA DELL'ARCI

a cura della redazione
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Il via libera alla sistemazione di ombreggi stagionali lungo la fascia costiera dunale vastese ricadente nella cosiddetta area ''Sic'' (siti di interesse comunitario) fa registrare le prime prese di posizione. Ieri, la speciale commissione tecnica regionale, riunitasi all'Aquila per l'esame della documentazione prodotta dal Comune di Vasto, ha espresso parere favorevole circa la valutazione d'incidenza redatta dall'architetto Lino D'Annunzio, responsabile del settore urbanistica del Comune di Vasto. Ciò significa che lungo il litorale potranno riprendere le attività balneari i tanto discussi ombreggi stagionali che vanno ad interessare l'area che comprende le dune della costa, posta a sud del litorale vastese. Ed in sostanza saranno una quindicina gli ombreggi stagionali che potranno riprendere l'attività. Sulla questione è intervenuta, polemicamente, l'Arci Nuova associazione di Vasto-San Salvo. ''Siamo delusi ed amareggiati - si legge in una nota -. Pensavamo che in Regione si fosse finalmente compreso l'immenso valore del sistema dunale di Vasto Marina (la stessa, infatti, nel febbraio 2006 attraverso la Direzione Parchi, territorio, ambiente, aveva prescritto al Comune di Vasto di stralciare tutte le previsioni e attività ricadenti all'interno dell'area demaniale in zona Sic). A soli quattro mesi di distanza una speciale commissione tecnica della stessa Regione smentisce se stessa ed accoglie la valutazione d'incidenza del Dirigente del settore urbanistico del Comune di Vasto, autorizzando una quindicina d'ombreggi stagionali nella zona delle dune di Vasto Marina. Ricordiamo che i siti d'importanza comunitaria sono istituiti con il solo scopo di preservare quelle peculiarità naturali in via d'estinzione e le dune di Vasto Marina sono uno dei rarissimi esempi rimasti di quello che era la costa adriatica da Venezia al Gargano, un patrimonio inestimabile! La tutela del sito, risorsa per tutto il territorio, a nostro avviso, è incombatibile con qualunque forma di turismo strutturato, il passato lo ha ampiamente dimostrato''. La vicenda, si conclude nella nota dell'Arci ''riapre pericolosi ipotesi di concessioni definitive sul sito, vista l'accettazione della valutazione d'incidenza''.
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