In merito alle presunte/reali dispute sul nome del futuro candidato a sindaco e sul periodo previsto per la sua individuazione, esprimo queste mie brevi riflessioni.
Parto da una constatazione: la maggioranza dei partiti sta perseguendo la linea dell’unità, svolgendo un grande e duro lavoro per convergere su un unico nome, condiviso dalle diverse anime. Nessuno vuole arrivare alle elezioni, spaccato. Indubbiamente si tratta di una linea politica equilibrata. Ciò nonostante, sorge spontanea una domanda: è giusto rinviare tutto il dibattito politico sul progetto “Vasto”, privilegiando l’unità del partito e aspettando l’”investitura” dei vari candidati? In altre parole, se è vero che si ha interesse a formare la nuova classe politica, è giusto evitare di iniziare un dibattito su un progetto di città, per rinviarlo solo dopo l’individuazione dei vari candidati a sindaco? La questione in verità, riguarda, in modo e con toni diversi, la maggioranza delle compagini politiche; e infatti, qualunque sia la prospettiva, si ha l’impressione che l’attuale classe politica non ritenga necessario un serio coinvolgimento della società civile, nella preparazione e ideazione di un progetto “Vasto” – progetto “Vasto” da realizzare con l’aiuto di tutti e non solo del sindaco, della sua giunta e del consiglio comunale. In pratica sembra che si voglia eludere qualsiasi forma di iniziativa culturale e programmatica, più o meno pubblica, tornando a “fare politica” nelle segreterie di partito.
A mio avviso, questo è il problema. Capisco che il partito è importante, ma è più importante risultare credibili per la città elaborando un progetto credibile per il bene comune della nostra amata Vasto. E se questo verrà fatto dopo Natale, mi dispiace sarà troppo tardi (e forse già ora siamo in “Zona Cesarini”). Infatti, un progetto, per essere credibile, deve essere vissuto, sofferto, meditato, mangiato, non da un candidato a sindaco, ma da un gruppo di persone, le quali – ognuno con il proprio ruolo e funzione –devono sentirsi orgogliosi di lavorare per la città. Ed allora, rispondendo alla domanda iniziale, non è giusto, a mio avviso, aspettare l’investitura del candidato a sindaco per cominciare una rinascita culturale e progettuale per la nostra città; e i partiti, che vogliono essere protagonisti in città, dovranno competere tra chi avrà più coraggio nel contribuire a questa rinascita credendo nella prospettiva del “fare sistema” a Vasto. Solo, in un secondo momento, i partiti dovranno spostare la loro competizione individuando, come candidato a Sindaco, la persona che, più delle altre, sarà disposta ad accettare questa nuovo metodo di partecipazione politica. In caso contrario, la linea dei partiti sarà improntata non alla prudenza e alla saggezza, ma all’immobilismo e all’incertezza.
E a quel punto ci rimarrebbe solo la speranza di innamorarci di un progetto cittadino voluto dai partiti al ridosso delle elezioni, ma alla nostra età non è facile innamorarsi in pochi mesi.