La campanella suona, i ragazzi entrano regolarmente in aula, rispondono all'appello e poi tutti fuori per lo 'sciopero bianco' di protesta nei confronti della "disorganizzazione del servizio di trasporto pubblico".
L'agitazione è andata in scena questa mattina, all'Istituto Tecnico Industriale 'Enrico Mattei' di Vasto. Oltre la metà della popolazione studentesca è formata da pendolari, in arrivo da vari centri dell'hinterland e dell'entroterra vastese, ma anche del vicino Molise e il problema è determinato dall’obbligo - fissato dall'ultima 'Riforma Gelmini' - di allungare la cadenza delle ore scolastiche a 60 minuti, situazione che crea un enorme caos al 'Mattei', "perché - si legge in una nota di Alessandro Meo, vice presidente del Comitato Studentesco - l’unica soluzione che non comporta recuperi di orario (come ad esempio sporadici rientri pomeridiani o l’allungamento del calendario scolastico) prevede l’uscita alle 13.40. Ma l’ultimo autobus parte alle 13.30, il che rende impossibile per i ragazzi pendolari riuscire a non perderlo". Tutto questo creato da un orario scolastico diversificato per i vari indirizzi dello stesso istituto, con soluzioni 'palliative' di prime ore piene, prima della pausa per la ricreazione, e le successive accorciate per alcune classi a 50 minuti, con suono pure di diverse campanelle nel corso della mattinata. Tra le soluzioni indicate da Meo: "La prima prevede che i ragazzi pendolari prendano l’autobus seguente, che, ammesso ci sia, parte sempre a metà pomeriggio, quindi per portare un esempio, i ragazzi provenienti da Schiavi di Abruzzo rientrerebbero nelle loro case non prima delle 18.30. Rendendo lo studio a casa impossibile senza contare che verrebbero privati di tutta la loro vita sociale esterna al mondo scolastico. La seconda prevede l’uscita anticipata per i pendolari, ma questo farebbe perder loro circa 30 minuti di lezione, recando loro un grave danno dal punto di vista didattico. La terza, l’unica fattibile per noi ragazzi, è l’aggiornamento degli orari degli autobus scolastici, che comunque sono stati finanziati dalla Regione per svolgere un servizio dedicato agli studenti. Il nostro preside ha già fatto richiesta per ottenere la revisione degli orari ma la risposta è stata negativa. Ragion per cui abbiamo deciso di alzare 'la voce'".
Il dirigente scolastico, il prof. Rocco Ciafarone, che già aveva fatto presente questa situazione di disagio, ha raggiunto gl uffici della Regione a L'Aquila per manifestare la propria preoccupazione e le difficoltà che si sono create. A colloquio con gli studenti, questa mattina, il vice preside D'Alessandro. L'azione di protesta è proseguita per tutta la mattinata negli spazi interni ed esterni del plesso scolastico del quartiere San Paolo e la mobilitazione, in attesa di risposte certe, proseguirà anche nei prossimi giorni.