Partecipa a Histonium.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

RIORDINO DELLA SANITà: CHIODI NON TORNA INDIETRO E I TAGLI AI POSTI LETTO SONO CONFERMATI. DELUSI GLI AMMINISTRATORI DEL VASTESE

Mettere il territorio di fronte a una scelta già presa è l'intenzione

a cura della redazione
Condividi su:
Il tentativo è quello di mettere il territorio di fronte ad una scelta già presa e sulla quale non si torna indietro. La giornata di protesta dei sindaci e degli amministratori locali, in buon numero giunti a L'Aquila dal Vastese in occasione del Consiglio regionale, non ha sortito effetti. La Regione va avanti per la sua strada e il presidente Gianni Chiodi ha difeso quanto stabilito nel piano di riordino del sistema sanitario abruzzese. Restano fermi i tagli di posti letto fissati per gli ospedali di Gissi (30) e Vasto (70). Ci si attendeva qualche chiarimento sulle scelte del Piano ospedaliero, o una risposta alle richieste di sospensione del Piano, in attesa di una consultazione più ampia e soprattutto preventiva. Ma i sindaci sono rimasti delusi e Chiodi si è lanciato in una difesa dei numeri che hanno portato ai tagli E poi le varie sigle citate: Pta, Mmg, Pls, h12, aggiungendo confusione a confusione. In definitiva il Piano prevede che in quell’ospedale chiuso si crei un ambulatorio (il Pta, presidio territoriale di assistenza) dove i medici di base (Mmg) e i pediatri (Pls) dovrebbero assicurare di giorno (h12) l’assistenza. Però ammalarsi di notte è a rischio. CAMICIA DI FORZA CUCITA CON LE STATISTICHE (di Sebastiano Calella da www.primadanoi.it) - Per tornare al Piano contestato, è emerso con chiarezza che tutti condividono la necessità di risparmiare sugli sprechi, ma non sui servizi e sull’assistenza sanitaria. E che solo chi non conosce il territorio e la composizione demografica dell’Abruzzo si può sorprendere che nelle zone interne ci siano più ricoveri di anziani che di bambini, più patologie croniche che acute. L’impressione è che questo documento di riorganizzazione dei posti letto sia camicia di forza creata con i numeri delle statistiche e poi calata d’autorità sull’Abruzzo. Alla Regione, ai sindaci, serviva una camicia fatta artigianalmente, di quelle che si adattano alla lunghezza delle braccia (o alla circonferenza della pancia) perché sono state prese le misure. Insomma una taglia calibrata che poteva uscire solo da un confronto preventivo – che non c’è stato - sulle scelte più o meno obbligate dal Piano di rientro dai debiti. Un colloquio continuo con i sindaci e con i consiglieri eletti, con i sindacati e gli addetti ai lavori avrebbe sicuramente “partorito” politicamente un Piano accettabile che i tecnici avrebbero perfezionato. Si è fatto invece il contrario: i tecnici hanno deciso i tagli e poi si sono assunti (vedi gli incontri programmati dal sub commissario Baraldi) la responsabilità di spiegare certe scelte. E la politica è stata a guardare. Ora si corre ai ripari (si fa per dire) cercando di spiegare… Intanto tutto l’Abruzzo è in fermento e le proteste sono bipartisan e capillari. Hanno capito male tutti o è stato ingenuo il tentativo di mettere una Regione intera di fronte al fatto compiuto?
Condividi su:

Seguici su Facebook