Lasciamo da parte per un momento la politica. Parliamo di quello che la gente vede, delle riflessioni che fa e, soprattutto, delle cause che innescano alcuni meccanismi preoccupanti. Ci avviciniamo alla fine di luglio. E’ il periodo in cui, in estate, Vasto comincia a brulicare di turisti.
Quest’anno non è così. La morsa della crisi economica si fa sentire, ma non può giustificare l’evidente calo di presenze che, più di altri, registrano quotidianamente i pubblici esercizi, i ristoranti, le pizzerie, le attività commerciali. La sera, in piazza, ci sono i soliti volti, le facce dei vastesi che escono a prendere un gelato, a mangiare una pizza, a fare una passeggiata. I turisti sono una minoranza. Se ne vedono alla Marina, ma quei bagni di folla di qualche decennio addietro sono solo un lontano, piacevole ricordo. Il segno meno su arrivi e presenze, insomma, tocca anche la nostra città , considerata fino allo scorso anno, una delle poche realtà turistiche balneari abruzzesi che vantava un trand positivo. Da ex assessore al Turismo, dal 2006 alla stagione 2008 compresa, lanciai più volte un segnale di allarme: investiamo poco per questo settore, ripetevo in continuazione. La mia non era una provocazione, nè vuole essere, oggi, una polemica da cui non verrebbe fuori alcun vincitore. Le colpe non sono solo di Lapenna. Le cause del declino partono dalla mancanza di un ruolo specifico, chiaro, che nessuna amministrazione ha inteso dare alla nostra città .
Già , perchè investire sul turismo non significa mettere una posta economica di 200 mila euro in più sulle manifestazione estive; significa, invece, programmare l’azione amministrativa in funzione di nuovi e funzionali servizi al settore, di certezze nei confronti dei turisti; investire sul turismo significa soprattutto progettare e realizzare strutture che aprano nuovi scenari sia in termini occupazionali che in termini di qualità e concorrenza. Investire sul turismo significa programmazione urbanistica della costa per un turismo che poggi su servizi di qualità e, al tempo stesso, imponendo uno stop vero, serio, all’occupazione di altro territorio per insediamenti abitativi. In una parola è tempo di decidere che il ruolo funzionale e strutturale che Vasto deve svolgere negli anni futuri è di centro turistico interregionale, dove la qualità dell’ospitalità deve essere il primo obiettivo che gli attori economici del turismo e lo stesso ente comune dovranno porsi prioritariamente. Il centro cittadino non è curato a dovere, tante piccole cose non funzionano: dagli orari degli autobus, all’acqua che va via, alle fioriere senza fiori, al lezzo che si sprigiona dai tombini durante le passeggiate panoramiche, alla cattiva abitudine dei vandali di deturpare con le scritte i posti più caratteristici della città . Sono anche questi segni di una rilassatezza che non mi piace.
Lapenna fa quello che può, si è trasformato da sindaco a ragioniere, ma per dare un ruolo a Vasto c’è bisogno di altro. Senza polemiche, lavorando e disegnando la Vasto che vogliamo.