Una ventina di anni almeno, prima di avere risposte definitive e certe, almeno sul fronte del procedimento civile dal quale i familiari delle vittime si aspettano un risarcimento. Il rischio, considerati i 'tempi biblici' della giustizia italiana, è paventato dal Gup Giuseppe Grieco ed è stato espresso nel corso dell'udienza di sabato scorso di quello che è solo uno dei filoni della maxi inchiesta sui crolli del terremoto e, in particolare, di quello della Casa dello Studente di via XX Settembre.
Per Antonietta Centofanti, zia di Davide Centofanti di Vasto - una delle otto vittime del crollo della Casa dello Studente - responsabile del Comitato dei Familiari delle Vittime dello Studente, i tempi saranno invece più stretti per il piano penale della vicenda. Sottolineata, infine, ancora una volta la necessità che il processo resti a L'Aquila e non trasferito a Campobasso, ipotesi, quest'ultima, chiesta da due degli indagati e sul quale la Cassazione si esprimerà il prossimo 27 settembre.