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TERME ROMANE DI VIA ADRIATICA TRA DEGRADO ED ERBACCE: SUBITO UNA PRIORITà PER LA NUOVA GESTIONE DEL SISTEMA MUSEALE-ARCHEOLOGICO VOLUTA DAL COMUNE

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Tra gli obiettivi annunciati dal sindaco e dall'assessore alla Cultura, unitamente ai responsabili della Fondazione per l'Arte, l'Archeologia e la Cultura del Vastese - chiamata ad occuparsi della gestione della rete Palazzo d'Avalos-Parco archeologico e Terme Romane di via Adriatica - c'è proprio la valorizzazione di quest'ultimo tratto, nelle vicinanze della chiesa di Sant'Antonio di Padova. E a dare un'occhiata a quello che è lo stato attuale del punto in questione subito s'intuisce come questa debba essere subito una priorità. Dominano degrado ed abbandono nella zona, erbacce ed anche rifiuti gettati non mancano e l'immagine complessiva è decisamente poco 'affascinante'. Un cancello aperto dà modo di approssimarsi ad uno dei meravigliosi mosaici che caratterizzano l'area. La presa d'atto della situazione, reale, di incuria subito prende il sopravvento rispetto pure all'interesse che suscita il complesso, dal punto di vista storico ed archeologico. Un complesso oscurato, verrebbe da dire. Qualche tempo fa era stato l'ex assessore e vice sindaco Nicola Del Prete a richiamare l'attenzione sul degrado delle Terme Romane. "Sono impraticabili da mesi - diceva Del Prete - Eppure basterebbe poco, davvero poco, per renderle fruibili, per farle ammirare a chi ama la storia e l'archeologia". Il mosaico, unico nel suo genere, tra i più grandi mai ritrovati, è dunque abbandonato al suo destino. Urge davvero un cambio di marcia, per il recupero di un'area di enorme pregio ed anche per ridare luce e lustro a quelle parole, che citiamo, di Giovanni Lattanzi sulla rivista 'InAbruzzo' che danno il giusto risalto al capolavoro in questione: "'Tacque e dato di piglio al gran tridente le nubi radun•, sconvolse l'acque tutte, di tutti i venti l'ire incitò, la terra di nuvoli coverse, coverse il mar'. Con questi versi Omero descriveva Nettuno dipingendolo fiero e battagliero, ed è proprio cosi che appare, composto di minuscole pietruzze nere su fondo bianco, nel mosaico di Vasto. Poco distante un'amazzone cavalca un animale di sogno, mezzo drago e mezzo cavallo e poi ancora tutt'attorno figure mitologiche e fantastiche, alternate a geometriche volute di nere pietruzze". Il mosaico di cui si parla, risalente alla prima metà del II secolo d.C., venne alla luce nel 1974. E' ora di ridare smalto all'intero complesso.
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