L'autorità giudiziaria di Bari, a 7 anni dall'avvio di un procedimento giudiziario lungo e complesso, ha dichiarato la sua incompetenza territoriale a giudicare i fatti per i quali erano imputati il magistrato Antonio La Rana, attuale sostituto Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Campobasso, ed altre 11 persone.
Questa mattina, i magistrati della prima sezione penale del capoluogo pugliese, dopo un'ora di camera di consiglio, hanno deciso di ritrasmettere gli atti del procedimento alla Procura della Repubblica di Vasto, facendo regredire, quindi, il processo nella fase delle indagini preliminari. La sentenza è stata accolta con favore da parte dei difensori degli imputati che avevano, già dalla prima udienza, sollevato nuovamente l'eccezione di incompetenza territoriale, in precedenza disattesa dal pm Dinapoli. Si frammenta e si ridemensiona il 'teorema accusatorio' ai danni di La Rana, che dovrà rispondere davanti ai giudici pugliesi limitatamente al ruolo di inquirente che ha avuto (quando svolgeva le funzioni di pm a Vasto) nelle indagini relative al Piano Regolatore e ai Palazzi scolastici, nonché per un episodio relativo ad un incontro con l'allora sindaco Tagliente.
Gli atti relativi a tutti gli altri capi di imputazione contestati, tornano alla Procura di Vasto nelle mani del pubblico ministero che, alla luce delle evoluzioni processuali legate alla vicenda, potrà richiedere il rinvio a giudizio o, in alternativa, l'archiviazione. Non più imputati a Bari, quindi, ma indagati dalla Procura di Vasto. Come si ricorderà , quasi tutti i fatti contestati sono prescritti e l'ex pm vastese aveva già dichiarato la sua rinuncia ad essa, nell'obiettivo e nella fiducia di una assoluzione piena da tutti gli addebiti. Il previsto rientro di La Rana a Vasto, però, provocherà un ulteriore spostamento di competenza territoriale, verso Campobasso.