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'LA BANALITA' DEL MALE. IL DOVERE DI NON DIMENTICARE': LUNEDI' L'APPUNTAMENTO ALLA MULTISALA DEL CORSO

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“La banalità del male. Il dovere di non dimenticare”: è il titolo della manifestazione che l’“Enrico Mattei” Istituto Tecnico Industriale – Liceo Scientifico Tecnologico organizza, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Vasto, in vista della Giorno della Memoria 2010. L’iniziativa, in programma lunedì 25 gennaio, alle ore 10, si svolgerà presso la Multisala del Corso, in corso Europa, e sarà strutturata in tre momenti. L’evento sarà aperto dalla proiezione di un intenso documentario, intitolato “I cancelli dell’assurdo”, girato dall’emittente locale Trsp dentro il campo di sterminio di Auschwitz. Seguirà un incontro con lo storico, nonché giornalista, docente di Storia dell’Europa contemporanea all’Università “G. d’Annunzio” e consulente del Tg1 Storia, Marco Patricelli, che presenterà, accompagnato dalla proiezione di suggestive immagini, il suo nuovo libro “Il volontario” (Editori Laterza). Si tratta di un’opera assai significativa, che affronta un argomento finora rimasto nascosto nelle pieghe della storia, in quanto è dedicata all’unico uomo fattosi rinchiudere volontariamente ad Auschwitz, riuscendo poi ad evaderne per finire stritolato, dopo aver combattuto il nazismo, tra le fauci dello stalinismo. Concluderà la manifestazione il gruppo delle percussioniste “Dumtek”, composto dalle musiciste Maria Teresa Antonini, Danila Cicchini, Maria Aurelia Del Casale, Marilena La Palombara e Clotilde Muzii che, coordinate dal M° Alberto Biondi, eseguiranno “Guerre”, tratto dallo spettacolo teatrale “Folle”. Un progetto di Enrico Gualterio, il quale firma anche la regia video, che non lascia certo indifferenti. La speranza è che la manifestazione possa essere l’occasione per riflettere, assieme agli studenti della città, sull’incalcolabile tragedia dell’Olocausto e, più in generale, sul vero volto del male che, come disse la filosofa Hannah Arendt, troppo spesso “è banale”, perché nasce dall’incapacità di interessarci alla vita e alla sorte dell’altro, in quanto completamente ripiegati su noi stessi. E’ quasi ovvio che ciascuno di noi sia più interessato ad un solo dito della propria mano che alla vita di uno sconosciuto che vive a centinaia di chilometri di distanza, ma è pur vero che questa quotidiana “distrazione” è la fonte di una irrazionalità etica che sfocia nel disimpegno, nell’indifferenza e nel “pressapochismo”, oggi, purtroppo, tanto di moda.
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