La relazione del professor Francesco Stoppa, direttore del Dipartimento Scienza della Terra dell'Università D'Annunzio, ha accresciuto dubbi e preoccupazioni di associazioni e movimenti ambientalisti vastesi relativamente alla possibile realizzazione, al largo della spiaggia di Punta Penna, di una cava sottomarina dalla quale prelevare sabbia utile al ripascimento di zone costiere della regione interessate, più di altre, dal fenomeno dell'erosione.
Rappresentanti dell'Arci, degli Amici di Punta Aderci, Legambiente, WWF, Cai, Porta Nuova e Fare Verde hanno ascoltato con attenzione, nella saletta del Bar In Piazza, troppo piccola per contenere le tante persone intervenute, le parole di Stoppa che hanno poi aperto un vivace ed interessante dibattito. Le stesse associazioni presenteranno delle osservazioni e proposte di modifica al progetto anche se le iniziative da intraprendere, spiega Lino Salvatorelli dell'Arci, vanno meglio programmate dopo aver letto la relazione completa del progetto.
Nella sua relazione Stoppa ha fornito diversi dati sul progetto di ripascimento della costa ed espresso non pochi dubbi su quanto previsto, in particolare nei tratti antistanti Ortona e Vasto. Nel mirino la possibile estrazione di almeno un milione di metri cubi di sabbia. "Distruzione del territorio": non ha scelto giri di parole il docente per ribadire la propria contrarietà a quanto previsto a livello regionale. Togliere sabbia dai fondali marini di Vasto e Ortona per ripristinare le spiagge erose di Casalbordino, Martinsicuro, Roseto degli Abruzzi e della stessa Ortona, oltre al costo non indifferente (400 euro pro capite per i circa 400mila abitanti sulla costa abruzzese) determinerà, a suo giudizio, ulteriori problemi ad un territorio costiero già interessato da problematiche di non poco conto (cementificazione, fenomeni di frane e scivolamento lungo la costa, innalzamento del livello marino per l’effetto serra, disboscamento costiero, eliminazione delle dune).
“Si continua ad agire – ha sottolineato – ingaggiando un braccio di ferro con la natura che da questo punto di vista appare come un gigante. Con il ripascimento si fa bene in un punto, ma non si considerano i danni che si fanno all’altro”. Michele Celenza di Porta Nuova e Stefano Taglioli della Cogecstre, la cooperativa che si occupa della gestione della riserva di Punta Aderci, oltre a diversi cittadini, hanno poi contestato la vicinanza della cava con la spiaggia. Da parte sua il sindaco Luciano Lapenna, presente tra il pubblico, ha rappresentato la contrarietà dell’amministrazione comunale vastese al progetto. "E' possibile - ha detto - che in tutta la costa abruzzese si individuino per queste attività le aree di maggior pregio? Se il progetto va avanti, andremo avanti anche noi per opporci. Mi auguro possa esserci un ripensamento da parte della Regione". L’ingegner Pesce, della società che dovrà occuparsi delle operazioni di realizzazione e prelevamento di sabbia dalla cava, ha smorzato i toni dichiarando che, a suo giudizio, quanto previsto non provocherà ‘sconvolgimenti’ all’ambiente costiero locale. Parole che, nel contesto, hanno suscitato non poche reazioni polemiche.