Sono andata ieri a farmi una chiacchierata con un’amica: Luciana Salvatorelli, nella sua azienda Vastarredo.
Mi accoglie con un grande sorriso e un grande entusiasmo coinvolgendomi nelle ultimissime novità dell’azienda, nel video che ha preparato per salutare la casa famiglia, nelle attività da fare insieme con la Ricoclaun.
Luciana esprime in pieno il concetto di multitasking femminile, fatto di tantissime attività, interessi, passioni che si fondono insieme in una donna veramente speciale.
Mi parla del padre Remo Salvatorelli, “persona di valore e di valori”, come ama definirlo lei, un uomo di origini semplici che ha creato dal nulla, grazie al suo lavoro e a ciò che è riuscito a produrre con il suo impegno personale, la propria posizione economica e sociale: con la concretezza e la grinta tipica di un self-made man. Da semplice falegname nel laboratorio di via Tre Segni a Vasto è partito 60 anni fa creando arredi per le parrocchie e per le scuole di Vasto, occupandosi di tutto, dalla realizzazione alla consegna, rendendosi conto piano piano che c’era, proprio in quell’epoca del dopoguerra, una grande esigenza di mercato, soprattutto nell’arredo scolastico. Ha creato così la “Vastarredo”, da attività artigianale si è trasformata in realtà industriale, percorrendo con tenacia e determinazione tutte le tappe della sua costruzione aziendale nel pieno rispetto del pubblico, in sintonia con le esigenze del territorio in cui si trova ad operare. Oggi l’azienda è diventata leader di riferimento nell’evoluzione dell’arredo scolastico e per ufficio “made in Italy”, ed è tutt’ora uno dei brand più apprezzati e riconosciuti sia in Italia che nel mondo.
Luciana racconta come il padre sia riuscito a trasmettere a lei e a tutta la famiglia la passione per il lavoro, la passione per la vita, la determinazione, l’indipendenza, il coraggio. La frase chiave che il padre ama ripetere spesso è “Non vi scoraggiate mai, i problemi vanno affrontati!”
Per Luciana questa frase è diventata un vero e proprio mantra, anche nei momenti difficili che ha dovuto affrontare. Nel 2008/2009 la malattia della figlia Martina e poi nel 2011 la salita in cielo della sorella Daniela. Luciana racconta come dal Natale 2008 la sua vita è cambiata. Ha riscoperto come la fede sia il fondamento della vita di ognuno di noi e come la preghiera, sia non solo nutrimento dell’anima, ma anche modalità importante ed efficace nei momenti difficili. Ha fondato nel 2010 con Roberto Colanzi e Don Francesco Labarile l’associazione “Un buco nel tetto”, per realizzare iniziative di sostegno a favore dei bambini delle case famiglie di Vasto e iniziative di preghiera. Ogni lunedì alle ore 21 si incontrano con la comunità vastese nella chiesa dei Salesiani per pregare per malati e sofferenti.
Luciana mi fa vedere il video che hanno regalato qualche giorno fa a Claudia e Gioacchino della “Casa Famiglia Manuela”, della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi. Per lei è stato molto emozionante ritrovare tutte le foto di questi 7 anni di grande collaborazione. Le sono venute in mente i tanti momenti insieme, tutti i progetti di solidarietà per sostenere le necessità dei ragazzi, ma anche per creare momenti di divertimento. La musica, le immagini, le frasi del video, hanno fatto emozionare anche me, pensando all’amore del donare e del ricevere reciproco che diventa una forza, non solo personale. L'associazione "Un buco nel tetto" è riuscita a coinvolgere la città di Vasto in questo slancio di solidarietà, dando a tutti la possibilità di dare un contributo, un aiuto, quello che si poteva.
Luciana mi parla di come sia vicina nel realizzare il suo progetto nel cuore, come presidente dell’associazione, quello della riqualificazione della cappella dell’Ospedale “San Pio” di Vasto, che diventerà la sede di preghiera di quanti vorranno avvicinarsi al gruppo ed anche perché l’Ospedale è il luogo dove la sofferenza è maggiormente presente.
Le chiedo notizie dei fondi strutturali europei per la scuola a cui le varie scuole del territorio hanno partecipato anche con il suo supporto. Tutti hanno ottenuto i finanziamenti, ma poche sono le classi tre punto zero che verranno realizzate. Mi parla dei progetti all’avanguardia che ha la Vastarredo in questo settore, dove l’arredo scolastico si fonde con gli ambienti digitali, la classe diventa flessibile e si trasforma in un laboratorio attivo di ricerca, con una nuova organizzazione dello spazio fisico, puntando su arredi funzionali agli studenti e alla didattica, l’uso delle nuove tecnologie della comunicazione, l’applicazione di metodologie innovative per migliorare la comunicazione tra insegnanti e studenti, software di ultima generazione, percorsi didattici innovativi, dalla prima elementare all'università.
Luciana in autunno realizzerà un convegno a Chieti, unendo insieme la competenza dell’Indire, che si occupa della ricerca e dell’innovazione per la scuola italiana e degli ordini degli architetti per parlare insieme degli ambienti digitali e delle classi tre punto zero, perché l’aula, l’unità spaziale intorno alla quale si è finora costruita la scuola, viene oggi ripensata con un’architettura in grado di sfruttare a pieno le potenzialità comunicative, didattiche e sociali offerte dall’innovazione tecnologica. Un’aula che attraverso l’evoluzione dei suoi spazi, fisici e digitali, dia nuova centralità a insegnanti e studenti, per favorire la collaborazione, la ricerca, la riflessione, la costruzione e la condivisione della conoscenza. Un’aula connessa e aperta al mondo.
Mi auguro di vero cuore, come insegnante, di farne parte di questa rivoluzione, convinta da sempre del ruolo positivo che l’impiego delle nuove tecnologie hanno sulla formazione degli studenti e sull’azione degli insegnanti.
Con Luciana parliamo infine anche di clown Cianex, perché dal 2015 fa parte dell’associazione di volontariato Ricoclaun. Dice di essere orgogliosa e onorata di far parte della famiglia Ricoclaun. Le è piaciuto moltissimo il corso di formazione ma anche donare il suo sorriso in ospedale la aiuta a tenere un cuore puro e autentico.
Parliamo insieme dei prossimi appuntamenti Ricoclaun, dei progetti con la casa famiglia e di tanto altro.
La frase più bella che mi rimane dentro di Luciana, dopo questa bella chiacchierata, è che “la vita è un dono e in ogni cosa che si fa bisogna mettere il cuore”.