Il Teatro del Sangro gestisce il Teatro Studio a Treglio e il Teatro Ruzzi a Vasto. Due teatri, 100 posti il primo e 500 il secondo. Due stagioni teatrali, due scuole di teatro, due teatri dove la compagnia Teatro del Sangro, diretta da Stefano Angelucci Marino e Rossella Gesini, costruisce i propri spettacoli.
Raccogliamo le idee e le proposte fatte in queste ore da due maestri della scena contemporanea, Gabriele Vacis e Marco Baliani. Le raccogliamo e le caliamo nel nostro contesto teatrale, sociale e culturale.
L’idea è riaprire i nostri due teatri a Lanciano/Treglio e a Vasto: aprirli e tenerli aperti tutto il giorno e, venerdì e sabato, anche la notte. Aprirli veramente. Finora i teatri erano chiusi per la maggior parte del tempo, si aprivano al pubblico soltanto per le due o tre ore dello spettacolo. Apriamoli sempre! Gli spettatori potranno entrare ad ogni ora del giorno. Naturalmente non si potrà entrare in più di trenta per volta. Ma l’estensione del tempo d’apertura permetterà d’incrementare le presenze. Prenoti on line (come nei musei) e rimani quanto vuoi. Ti misurano la febbre quando entri e le maschere saranno addestrate alla sanificazione che potrà avvenire periodicamente nell’arco della giornata. Distanze, mascherine, guanti, tutto garantito. Per la gestione di prenotazioni e tutti i servizi si sfrutterà l’esperienza nell’uso della rete che stiamo facendo adesso, in clausura.
E cos’è che accadrà nei teatri? I maestri del novecento ci hanno insegnato che quello che c’è dietro alla rappresentazione è prezioso quanto lo spettacolo stesso. E’ l’occasione buona per fare il salto, per realizzare il sogno del Living Theatre e di Grotowski, di Copeau e Paolo Grassi che volevano il teatro come servizio sociale, come la metropolitana e l’acqua potabile. Portiamo in scena tutto: le prove, le letture dei testi, l’allenamento degli attori e degli allievi-attori, l’allestimento delle luci e dei suoni. Nel lavoro quotidiano degli attori, della scuola di teatro e delle prove c’è tensione, c’è cultura, c’è scoperta comune, c’è tanta bellezza. Smettiamola di tenercela per noi. Il teatro, più che creazione di forme è creazione di relazioni tra le persone. Prendiamo tutto il coraggio che abbiamo accumulato in questo isolamento e portiamo a Treglio e a Vasto tutto quello che c’è dietro allo spettacolo, tutti i giorni, per tutto il giorno. E anche certe notti.
Questa rivoluzione richiede una grande collaborazione tra gli artisti, i tecnici, gli organizzatori. L’obiettivo sarà la partecipazione comune alla creazione dell’evento teatro.
Cogliamo l’occasione per trasformare finalmente i teatri da luoghi esclusivi in spazi d’inclusione. Cogliamo l’occasione per dare un futuro a questo straordinario patrimonio che sono i nostri teatri. In concreto (dpcm permettendo): a giugno/luglio stiamo per allestire uno spettacolo itinerante per i centri storici d’Abruzzo e Molise, a settembre andremo in prova con il nuovo spettacolo e inizieremo le lezioni della scuola di teatro 2020/2021. Tutte le fasi di queste attività saranno “a porte aperte”, basterà prenotarsi on line per partecipare gratuitamente.
I lavoratori dello spettacolo sono diventati invisibili, ci restano sole le voci e i video che ancora cercano disperatamente di testimoniare una presenza, ma virtuale, lontana.
Occorre uscirsene con proposte, ribaltamento di tavoli, invenzioni. Il mondo di prima non ci sarà più, entreremo in un lungo periodo di stagnazione e recessione economica, è inutile continuare a illudersi su una ripresa, una crescita, bisogna smetterla di pensare in quel modo, non serve più. In teatro questo vuol dire ripensare interamente le modalità produttive, serve un sano gioioso esemplare francescanesimo, lavorare sulla povertà degli allestimenti facendo diventare la “bellezza del poco” il dato del cambiamento, servono spettacoli agili, capaci di vivere senza orpelli, facili da produrre e da far circuitare, che costino poco in termini di preparazione e che siano giusti nella retribuzione degli artisti. Serve un cambiamento paradigmatico totale, è l’occasione per cambiare la mentalità con cui finora si è proceduto. Un teatro sempre aperto presuppone una filiera di idee progettuali che dal teatro prendono le mosse, una cultura teatrale aperta e non chiusa in se stessa che sappia dialogare con tecnologie a basso costo, che oggi già esistono, aprendo lo spazio teatrale al sociale, a far praticare teatro non solo dagli attori.
Anche noi, come Marco Baliani, rivolgiamo un accorato appello ai sindaci, agli assessori, agli organizzatori e ai direttori di festival estivi, affinché non demordano, non abbandonino gli spazi conquistati, riducendo di certo la programmazione, ma continuando ad esserci, perché si può praticare un teatro in spazi all’aperto, con quei gruppi e artisti capaci di concepire un teatro di strada, di piazza, di cortili, esperienze già avvenute negli anni. All’aperto gli spettatori possono facilmente mantenere le distanze di sicurezza. Questi per ora i pensieri e i proponimenti, occorre non fare pause, non disabituare la gente alla
meraviglia dell’atto teatrale. Una sfida possibile.
Stefano Angelucci Marino e Rossella Gesini Teatro del Sangro