Trent'anni fa, il 4 febbraio 1987, moriva a Buenos Aires, all’età di 90 anni, il pittore vastese Giovanni (Juan) Del Prete.
Nel gennaio dello scorso anno, in una nota a margine di un articolo pubblicato da Giuseppe Catania, Nicola D'Adamo, fondatore e animatore del blog NoiVastesi, ricordava l'imminente ricorrenza del trentennale della morte, invitando i candidati sindaci "a prendere appunti" per allestire una "mostra di alto profilo da tenere aperta da febbraio 2017 a tutta l'estate".
Inutile dire che in questa data così significativa per un illustre cittadino vastese, della mostra non c'è neanche l'ombra. Almeno finora. Eppure, non manca una ricca collezione di opere, 92 dipinti e 15 sculture, donate nel 1977 al Comune di Vasto, con la precisa clausola, scritta sull’atto notarile, "per essere ivi esposte e custodite unitamente alle opere di tanti illustri figli di Vasto". Ma oltre a non rispettare le volontà del donatore, visto che le opere giacciono nei magazzini di Palazzo d'Avalos, ad eccezione di alcuni quadri utilizzati negli uffici di Palazzo di Città come "elementi d'arredo", si è persa anche l’occasione - nel giorno del 30° anniversario della morte - per rendergli il giusto tributo con l’organizzazione di una retrospettiva.
Emigrato in Argentina nel 1909, all’età di 12 anni, Giovanni cominciò a lavorare nella bottega del padre Vincenzo, dove cominciò a maturare l’idea della pittura. Attratto da tutto ciò che lo circondava, i colori, i materiali e le forme, cominciò a dilettarsi inizialmente nel paesaggismo, per poi approdare a stili sempre più complessi e strutturati.
Artista autodidatta, Del Prete trascorse solo un breve periodo di formazione all’Accademia Perugino, che gli permise di frequentare alcuni giovani e promettenti artisti, che successivamente ritrovò durante un soggiorno a Parigi.
Continua su NoiVastesi (clicca qui)