Sta per concludersi la stagione concertistica e in prosa al Teatro Rossetti di Vasto, un percorso sofferto ma intenso, svoltosi tra mille difficoltà, che ha portato alla ribalta spettacoli di notevole spessore artistico e culturale.
La chiusura, prevista per domenica 19 aprile, sarà, com’è ormai tradizione, all’insegna del Grande Jazz, tanto caro ai giovani, che porterà in scena il mitico Lew Tabackin Quartet con uno spettacolo da non perdere.
Noi appassionati e sostenitori del Teatro Rossetti siamo ormai avvezzi ai voli pindarici che il maestro Raffaele Bellafronte, direttore artistico, ci propina da anni, spaziando tra generi tradizionali di musica colta e altri di nuova creazione, come alcuni suoi brani riconosciuti in ambito internazionale.
A lui e a tutti i musicisti che si sono avvicendati sulla scena, il grande merito di aver contribuito alla crescita artistica di un pubblico sempre più esigente e soprattutto di aver dato ampia visibilità al teatro Rossetti, valorizzando un patrimonio d’indiscusso valore storico e artistico attraverso spettacoli divulgati a livello mondiale.
Ma la vera grande novità per quest’anno è stata la tanto attesa stagione in prosa, che ha apportato una linfa nuova al piccolo teatro borbonico di cui siamo giustamente fieri. Parola e musica, un connubio, che in tale contesto, può toccare veramente le corde dell’anima, grazie ad artisti di riconosciuto talento, che dal 31 gennaio, con un inizio sconvolgente , “La Merda” di Cristian Ceresoli, si sono avvicendati sulla scena lasciandoci senza fiato.
E “dulcis in fundo”, domenica scorsa, il “Saul” di Vittorio Alfieri, interpretato dall’attore e regista Stefano Sabelli, uno spettacolo non facile che va a rispolverare uno psicodramma concepito nel 700 ma incredibilmente attuale nella nostra tormentata epoca, caratterizzata da profonde inquietudini esistenziali. A questo spettacolo il merito di aver concluso divinamente un percorso impegnativo che , in un momento particolarmente difficile, lascia ben sperare sul futuro del Teatro Rossetti, un patrimonio per l’intera comunità ancora da difendere.