Un totale di 221 eventi in 5 giorni. Questo il programma del Festival della Letteratura di Mantova, che nel panorama nazionale rappresenta più che una kermesse dell'intellighenzia internazionale come altre manifestazioni del genere sorte in ogni dove, a prima vista, un reale spazio diffuso di incontro di culture diverse nato da un'idea ben realizzata nel salotto rinascimentale d'Italia sotto il segno della Buona Letteratura.
Senza panegirici e giri di parole, Mantova e il suo festival con le sue piazze, giardini e palazzi d'epoca producono – perché di ciò si tratta anche a fini economici per numero di investimenti e sponsor – cultura, proponendo al pubblico competente, altamente qualificato, ma anche all'occasionale avventore di librerie, grandi nomi del panorama italiano, europeo ed americano. Bruce Sterling, Joe R. Lansdale, l’indiana Anita Nair, Ngugi Wa Thiongo. E ancora: Englander e Pablo d'Ors e new entries: Shaul Ladany e Jan Douwe van der Ploeg, con omaggi a Turoldo e Szymborska e una retrospettiva per il premio Nobel Toni Morrison. Tra gli italiani Massimo Gramellini - che ha aperto in maniera spumeggiante gli eventi nel megatendone bianco allestito a Piazza Castello e gremito all'inverosimile -, Concita de Gregorio, i giallisti Massimo Carlotto, Carlo Lucarelli e Marco Malvaldi, le nuove proposte di Scritture Giovani; per comprendere l'attualità e la Crisi sono stati invocati numi tutelari come gli economisti Paul Wilmott e Tito Boeri e sociologi del calibro di Zygmut Baumann e Edgar Morin che chiuderanno la cinque giorni. Sì la crisi, economica e dello spead altalenante, ma anche quella del post terremoto, che a Mantova ha creato non pochi problemi rimanendo solo ai beni culturali (chiusura di alcune sale a Palazzo Ducale e Palazzo Te e crollo del cupolino del campanile simbolo della città). La volontà di andare avanti nonostante – grazie al contributo di 700 volontari e “la disponibilità di luoghi, piazze e giardini, messi a disposizione anche dai cittadini, è così ampia che rimarrà un Festival molto vicino a quello immaginato prima del sisma" – ha sottolineato Marzia Corraini nella presentazione del Festival a fine luglio. Una sfida alle crisi con risposte concrete che vengono dai gesti e dalle parole.
Quelle del poeta Seamus Heaney, premio Nobel della Letteratura nel 1995 e ora cittadino onorario di Mantova, città di Virgilio, nella performance della prima giornata di Palazzo di san Sebastiano riconciliano l'uomo con la sua essenza, replicando all'infinito il mistero della poesia.
Evento speciale per Vasto e per l'Abruzzo, l'invito a Marco Straquadaini, scrittore e traduttore vastese, scopritore in Italia e primo traduttore di Pablo d'Ors, nella cornice quattrocentesca di Santa Maria delle Vittorie per la Traslation Slam, una 'gara' di traduzione e commento 'dal vivo' con la presenza dello scrittore madrileno, che ha avuto un successo straordinario con il libro Avventure dello stampatore Zollinger(Quodlibet, 2011), boom di vendite e tutto esaurito nella precedente edizione al Festival della Letteratura. Sotto lo sguardo attento e riconoscente di Pablo d'Ors - “per me è sempre un'emozione vedersi letto e tradotto in un'altra lingua”, ha premesso lo scrittore – con Ileana M. Pop, altra traduttrice di D'Ors in Italia (Il debutto, Aìsara, 2012), Stracquadaini ha gareggiato, guadagnando punti sulla base di un'aderenza al testo, la famosa letteralità, che, come ha confessato D'Ors stesso, risulta sempre piacevole all'occhio e all'orecchio del suo autore, anche se in un secondo momento può diventare ancora altro da sé.
A Mantova e al suo Festival gli auguri più sinceri di continuare su questa scia; idem a Marco.