La venuta del Cardinale Edoardo Menichelli, domenica 19 settembre, presso la Parrocchia di S. Marco Evangelista è stato il momento clou della Festa della Beata Maria Vergine Addolorata, Madonna dei Sette Dolori. Sua Eminenza ha presieduto la S. Messa della sera (ore 18,00), concelebrata con sei sacerdoti: il Parroco don Nicola Fioriti, il parroco emerito don Gino Smargiassi, il collaboratore parrocchiale don Mario Di Matteo, il direttore della Caritas Diocesana don Luca Corazzari, il Parroco di Palmoli don Nicola Carpineta e il parroco di Gissi don Gianluca Bracalante.
All’omelia l’illustre porporato ha voluto innanzitutto salutare don Nicola, i sacerdoti concelebranti, i ministranti, le autorità (tra cui il sindaco Francesco Menna e il vice sindaco Giuseppe Forte) e i numerosi fedeli, dicendo di avere per tutti stima e ammirazione. Ha poi evidenziato la sintonia tra la ricorrenza della festa della Madonna e i testi della parola di Dio, proclamati per la XXV domenica del tempo ordinario. Il giusto che viene condannato dagli empi ad una morte infamante (Libro della Sapienza) e Gesù che parla ai suoi discepoli della sua morte e risurrezione, ci indica, ha sottolineato Menichelli, che noi siamo messi di fronte al Mistero della Croce. In tale mistero Gesù e Maria sono abbracciati in un unico amore, perché l’immagine del Crocifisso e della Madre Addolorata, anche se piena di dolore, è attraversata da una straordinaria bellezza.
Fatta questa premessa il Cardinale ha continuato, dettando tre pensieri di riflessione spirituale. Nel primo si è chiesto: Perché il Crocifisso? E perché Maria è associata al dolore del Figlio? La sua risposta è stata: Gesù e Maria sono al Calvario per la nostra salvezza, per ridare speranza all’umanità. Ed ecco l’importanza di essere tutti fratelli, come spesso ha evidenziato Papa Francesco, e di riconoscerci peccatori, bisognosi della misericordia di Dio.
Nel secondo punto è stato approfondita la partecipazione di Maria alla sofferenza del Figlio. Un grande esempio questo che stimola i cristiani, ha specificato Menichelli, a comprendere che non esiste un Vangelo senza la Croce.
Per terzo pensiero il Cardinale si è rifatto nuovamente al Vangelo domenicale, riferendosi in particolare al fatto che i discepoli non capiscono il Maestro quando parla della sua passione, ma, camminando verso Cafarnao, discutono tra loro chi fosse il più grande. Gesù, allora, rovescia la cultura del primeggiare: “Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. Gesù e Maria, ha concluso il Cardinale, sono “il segno del servizio”.
Al termine del Sacro rito, tanti hanno voluto salutare e ringraziare il Cardinale, che è ripartito nella stessa serata per le Marche.
La festa si è conclusa con gli spari pirotecnici, che hanno dato ai presenti sul sagrato della Chiesa un tocco di gioia e di sana allegria.