A Vasto tra i tanti produttori è presente una realtà giovane ma solida, quella di Fontefico, caratterizzata da un percorso coerente ed equilibrato che si riflette nei loro vini che rappresentano una eccellente espressione della nuova cultura del vino in Abruzzo. E’ il luogo ideale per una sosta che richiede il ritmo giusto e un passo slow, dove bere un bicchiere di vino è entrare in un racconto fatto di relazioni, di emozioni che contribuisce alla conoscenza, alla valorizzazione e al progresso dell'intero territorio, con un’atmosfera accurata ed ospitale dal sapore antico.
Dalla vigna comprata dai genitori alla fine degli anni 90’ sul promontorio di Punta Penna come investimento, al progetto della cantina, fino ad arrivare all’eccellenza del vino. I due fratelli Nicola ed Emanuele Altieri si sono subito appassionati dell’uva, dei vitigni autoctoni abruzzesi, della vendemmia, dai colori e profumi caratteristici e del vino con i suoi tempi e ritmi. Dopo la laurea e gli studi all'estero, Nicola ed Emanuele Altieri hanno deciso di avviare l'impianto produttivo per poter vinificare, mirando fin da subito alla massima qualità e rivolgendo l'attenzione anche verso l’innovazione ed evoluzione dei gusti. Si sono appassionati al vino, e hanno deciso di fare della loro passione un lavoro.
Nel 2006 hanno vinto il primo Premio “Douja D’Or” 37° concorso nazionale vini con il Montepulciano D’Abruzzo. Era stato un loro amico sommelier che aveva fatto l’iscrizione al concorso, aveva comprato le bottiglie e le aveva mandate in assaggio ed entrarono subito in guida Slow Wine.
Racconta Nicola Altieri che da subito con il fratello hanno scelto di fare solo vino di qualità, solo con le loro uve, credendo nel territorio, nella tradizione e innovazione al tempo stesso, nella cultura abruzzese.
Nicola Altieri ha fatto la tesi di laurea sulla Napa Valley, in California, la zona vitivinicola più famosa di tutti gli Stati Uniti d'America. Sono stati gli italiani ad esportare le tecniche di viticultura in California. Questi vini si sono saputi affermare in poco tempo classificandosi tra i migliori vini al mondo, grazie ai grossi investimenti nello staff tecnico, ma anche perché avevano sviluppato un marketing territoriale. Non parlavano solo della loro azienda, ma di tutto il territorio. Il vino viene da un territorio ed è il territorio che fa la differenza. Anche i fratelli Altieri hanno cercato di fare altrettanto, usando la creatività, la sperimentazione, lo studio approfondito, la voglia di produrre vini nuovi, l’attenzione all’uva, sana, biologica, la scelta lungimirante di fare un vino longevo. Usano una coltivazione biologica senza prodotti sintetici ma anche un’agricoltura di precisione. Con moderne strumentazioni fanno interventi agronomici tenendo conto delle effettive esigenze colturali e delle caratteristiche biochimiche e fisiche del suolo, con un monitoraggio costante, intervenendo quando è necessario, usando stazioni meteo e droni che fanno la scansione dei vigneti, con opportuni monitoraggi, con l’uso di fonti di energia rinnovabili.
Hanno scelto subito di avere solo vitigni autoctoni: Montepulciano, Pecorino, Trebbiano, e unici in Abruzzo anche l’Aglianico, senza considerare le mode momentanee. Quando hanno iniziato c’era la moda dei vitigni internazionali che si possono piantare d’ovunque, adattandosi al clima. Loro invece hanno fatto la scelta di lavorare solo con quelli autoctoni, specifici del territorio. Volevano comunicare il nostro territorio Abruzzese con vini abruzzesi e oggi il mercato dà ragione alle loro scelte. Nell’azienda Agricola Fontefico i fratelli Altieri puntano molto sul Cerasuolo d’Abruzzo che dicono sia quello più peculiare, perché è il miglior rosato del mondo.
Dice Nicola Altieri che non sempre ci si rende conto delle risorse elevate di questo territorio. C’è bisogni di idee chiare e coraggiose. Chi punta solo sul prodotto non riesce più a farcela. Molte campagne del Vastese si stanno abbandonando. La produzione delle Pesche, per esempio, a San Salvo è molto diminuita. Non basta avere un prodotto d’eccellenza è necessario aggiungerci valore, legandosi anche al turismo, non tanto quello balneare, quanto quello enogastronomico destagionalizzato.
E’ sicuramente un turismo più interessante, il turista non viene più per la spiaggia, ma per la nostra cultura, per conoscere l’Abruzzo. Dice Nicola Altieri che dobbiamo essere bravi a sfruttare quest’onda. Significa credere in quello che facciamo e non svenderlo. Offrire quello che abbiamo solo noi, dai formaggi, ai salumi, all’olio, al vino, al miele. Quello su cui bisogna puntare è il turismo esperienziale. Ci sono diversi Tour Operator del territorio che propongono pacchetti con tutta una serie di attività da svolgere in diversi borghi abruzzesi per conoscere ad esempio come si fa il formaggio, passando per la mungitura, come si fa il vino, con tutta l’esperienza della vendemmia fino ad arrivare al mosto, ecc. promuovono l’Abruzzo, le arti, le tradizioni mediante esperienze autentiche, valorizzando le eccellenze d’Abruzzo, e la vacanza così diventa stimolo, conoscenza, emozione.
Tante sono le attività esperienziali e enogastronomiche che Fontefico organizza nella propria Azienda Agricola: esperienze di degustazione, per raccontare meglio il territorio, mini corso di degustazione, passeggiando tra i filari fino ad esplorare le tecniche di vinificazione, la degustazione verticale, ripercorrendo le annate più lontane dei nostri vini, attività con i bambini, con interessanti laboratori didattici, il corso di cucina tipica, per approfondire la conoscenza della cultura culinaria abruzzese, la vendemmia turistica, in cui tutti diventano protagonisti, con il pranzo finale che diventa una festa dei tempi antichi.
Dice Nicola Altieri che in prospettiva la cosa importante da fare è quella di creare sinergia con i produttori, anche creando un percorso di cantine abruzzesi, unendo in un filo comune produttori che con impegno e passione trasmettono la loro forte identità locale. C’è bisogno di fare sistema, di fare rete, in un territorio unico e sostenibile, collocato tra mare e montagna, che merita di essere raccontato e valorizzato.