La ‘stella polare’ è sempre quella della tutela dei diritti del cittadino e la riaffermazione delle condizioni utili e necessarie ad evitare truffe ed abusi a loro danno e, in particolare, il contrasto alle azioni di quelle banche che si sentono ’padrone del mondo’ protagoniste e causa della crisi di cui oggi avvertiamo le nefaste conseguenze. Elio Lannutti, senatore dell’Italia dei Valori, partecipa sin dal primo giorno alla serie di appuntamenti organizzati a Vasto nell’ambito della quarta edizione della Festa nazionale del partito. Nella città adriatica, d’altronde, essendo originario di Archi, centro della provincia di Chieti, si sente davvero come a casa. L’impegno contro un certo sistema, bancario principalmente ma non solo, costante nel corso degli anni, in qualità di giornalista e scrittore e di fondatore e vera ed ‘anima’ dell’Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Assicurativi) trova oggi sponda anche nelle aule del Senato della Repubblica. Nelle file dell’Italia dei Valori, eletto nelle ultime elezioni nazionali, è esponente indipendente, condividendo nella sostanza il senso delle ‘battaglie’ e delle proposte programmatiche del partito. Il suo passato parla chiaro: ha condotto molte azioni atte a contrastare truffe ed abusi a danno dei cittadini, la diffusa illegalità, le leggi ad personam, i reati ambientali, l’indulto. Ha denunciato la lunga catena di scandali finanziari e la connivenza delle autorità preposte ai controlli (Consob e Bankitalia in primis) che ha coinvolto un milione di risparmiatori, ha scoperchiato la ‘pentola’ dei cosiddetti ‘furbetti del quartierino’, contribuendo alle dimissioni dell’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio. Le sue attività hanno contribuito alla sentenza a Sezioni Unite della Corte di Cassazione (novembre 2004) che ha dato slancio a contrastare le banche sull’anatocismo (la prassi di ricapitalizzare trimestralmente gli interessi sui prestiti, annualizzando quelli sui depositi). Ha anche costretto gli istituti di credito a rinegoziare i mutui usurari “prima casa”, dopo aver promosso ricorso in Cassazione insieme ad Adusbef. L’ultima ‘battaglia’ del senatore Lannutti, componente della Commissione Finanze, è contro il cosiddetto ‘scudo fiscale: "Sembra quasi che il governo - dice Lannutti - voglia tappare i buchi di bilancio con i patrimoni gestiti dal malaffare. Quelle presentate - dice ancora riferendosi alle ultime modifiche apportate al testo - sono norme sbagliate, in quanto sanerebbero anche il falso in bilancio ed altri reati tributari compiuti dai grandi faccendieri e dai furbetti del quartierino. Per questo, come IdV, daremo battaglia in Commissione ed in aula per impedire che i soliti malavitosi possano sanare in forma anonima l'esportazione illecita di capitali. Il tutto a danno dei contribuenti onesti, soprattutto lavoratori e pensionati, che pagano le ritenute alla fonte ed ai quali il governo invece di ridurre la pressione fiscale, sempre tra le più elevate, l'ha ulteriormente aumentata". Rilanciata poi la proposta, attraverso un ordine del giorno al disegno di legge correttivo anticrisi in discussione al Senato, di abolire, da parte della Banca Centrale Europea, l’emissione delle banconote da 500 euro. "Una misura efficace da adottare - rileva - per combattere evasione ed elusione fiscale ed esportazione nei paradisi fiscali di proventi derivanti da attività illecite. Oltre a non essere accettati negli esercizi commerciali come strumenti di pagamento - continua - i i tagli da 500 euro sono a misura di riciclatori, trafficanti e spacciatori. E qui le banche centrali portano la grave responsabilità di contiguità con i sistemi criminali, sia nel riciclaggio che nell’esportazione illecita di capitali nei paradisi fiscali. L’Italia è uno strano Paese - prosegue - se rubi una mela per sopravvivere finisci in galera, ma se signori in giacca e cravatta speculano e compiono lauti e truffaldini guadagni con i soldi dei cittadini, allora finisce che avanzano pure di carriera". Fondamentale, secondo Lannutti, l’emissione di banconote da 1 e 2 euro che "specie in Italia servirebbero ad attenuare fenomeni speculativi e inflazionistici a danno dei lavoratori a reddito fisso ed eliminare quella da 500 come azione antiriciclaggio concreta e comune da parte degli Stati membri dell’Unione Europea".