LENTELLA (CH) - Il gruppo dei Verdi di Vasto torna all'attacco contro l'impianto che produce argilla espansa di Lentella, gestito dalla Laterite spa. Il complesso industriale si trova nella vallata del fiume Trigno, una zona votata alla coltivazione estensiva di alberi da frutto, ed infatti chi percorre la statale Trignina può ammirare grandi distese di pescheti che rappresentano una consistente fetta dell'economia del Vastese. Dal bruciatore della centrale di Lentella sale verso il cielo una colonna grigiastra di fumo, ed è proprio sulla composizione chimica di queste emissioni in atmosfera che chiedono controlli accurati i Verdi di Vasto. Il gruppo ambientalista si è rivolto direttamente agli Assessorati all'ambiente sia della Provincia che della Regione affinché questi acquisiscano informazioni e documenti in merito alle autorizzazioni in possesso della Laterite in materia di recupero dei rifiuti speciali. I Verdi si appellano inoltre al decreto n. 124/2000, in base al quale gli inceneritori di rifiuti pericolosi devono essere obbligatoriamente sottoposti a continui controlli sulle sostanza emesse in atmosfera: monossido di carbonio, polveri e altre sostanze sotto forma di gas e vapori, cioè sostante nocive che devono sempre rimanere al di sotto di una certa soglia di allarme. Controlli semestrali devono essere effettuati sulle emissioni considerate più pericolose per la salute umana, monitorando le percentuali di cadmio, diossine, mercurio antimonio e idrocarburi policiclici. Pare che fino ad oggi non si abbiano dati certi e verificabili sull'emissione di queste sostanze tossiche e pericolose da parte del complesso di Lentella. Il casus belli che ha innescato l'iniziativa degli ecologisti vastesi è stata la decisione della Laterite di ampliare uno dei due forni esistenti. Pare infatti che la ditta abbia intenzione di potenziare gli impianti esistenti e di passare all'utilizzo di combustibili alternativi quali gli oli esausti, i solventi organici, le acque solventate, pitture, colle e vernici. Secondo uno dei portavoce del gruppo dei Verdi, l'Abruzzo è l'unica regione in cui esiste un impianto che produce argilla espansa dotato di due forni e la possibilità che uno dei due possa essere addirittura potenziato è considerata come un qualcosa da evitare in ogni modo. Ecco dunque la motivazione della richiesta di maggiori controlli sugli impianti e sulle sostanze inquinanti rilasciate nell'aria. Una battaglia che vede scontrarsi gli interessi dello sviluppo industriale e quelli dell'agricoltura, due settori che producono ricchezza e occupazione, ma anche quelli della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini.