Senza stipendio da ormai sette mesi, con una situazione di fatto - decisamente precaria - ormai al limite della sopportazione. E' andato 'in scena' anche a Vasto, questa mattina, il grido di dolore di centinaia di lavoratori dei centri di riabilitazione 'San Stefar' del 'Gruppo Angelini' di Chieti. Riunitosi in corteo davanti la sede di via Pescara a Vasto della struttura sanitaria il gruppo ha sfilato con striscioni, bandiere dei sindacati ed a colpi di slogan raggungendo il Municipio dopo aver percorso parte di corso Garibaldi e piazza Rossetti. Al loro fianco diversi sindaci ed amministratori del territorio. Poi l'ingresso nell'aula consiliare "Giuseppe Vennitti" di palazzo di città. C'erano, tra gli altri, i sindaci di Vasto, Cupello, Monteodorisio e Casalbordino, delegati di San Salvo ed altri comuni del circondario. Unanime la sottolineatura delle gravi difficoltà affrontate dai circa 500 lavoratori dei centri di riabilitazione (tra cui quelli di Vasto e San Salvo) e la richiesta, in particolare alla Regione, di farsi promotrice di iniziative concrete per sbloccare un'"impasse" che non è più sopportabile. Nel 'mirino', naturalmente, lo stesso Gruppo Angelini che da 7 mesi, dunque, non corrisponde alcun emolumento ai dipendenti in questione. Hanno preso la parola i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Andrea Gagliardi (Cgil) e Vincenzo Traniello (Cisl), quindi i sindaci e diversi lavoratori. I due sindacalisti hanno spiegato, a grandi linee, i contenuti dell'esposto-denuncia presentato dalle segreterie regionali confederali e di categoria indirizzato al presidente della Regione Abuzzo Chiodi, al commissario ad acta della Sanità Redigolo, agli assessori regionali Venturoni (Sanità) e Gatti (Lavoro), ai direttori generali delle Asl abruzzesi, ai sindaci dei Comuni sedi dells strutture sanitarie del Gruppo Angelini ed alle Procure di Chieti e Pescara. "Denunciamo con forza - si legge nel documento - la situazione drammatica e con seri pericoli per la salute e la sicurezza dei pazienti che si è creata per le pesanti e primarie responsabilità della proprietà e per l'incapacità della Giunta regionale a intervenure con decisione ed efficacia per tutelare i diritti e gli interessi dei lavoratori che da oltre 6 mesi non ricevono lo stipendio". Denunciato il gravissimo disagio venutosi a creare tra le maestranze e le loro famiglie, ma anche l'"insufficiente e irregolare rifornimento, da parte della proprietà, di materiali e strumentazioni mediche spesso indispensabili per l'attività terapeutica ed assistenziale; il numero crescente di casi di 'autolicenziamento' per disperazione di decine di dipendenti; la difficoltà di molti lavoratori di far fronte perfino ai costi degli spostamenti per recarsi al lavoro; la necessità dei lavoratori di promuovere e, assicurando i servizi essenziali, di partecipare in prima persona alle inevitabili e necessarie azioni di protesta e di denuncia". Duri i sindacati verso la Regione: "E' inammissibile e inaccettabile sentire affermare dalla Giunta regionale che essa non può intervenire garantendo, ad esempio, eventuali prestiti delle banche ai lavoratori perché questo costituirebbe un precedente per tutte le altre situazioni di crisi o l'affermazione per la quale deve essere la Magistratura a decidere la titolarità dei crediti vantati sia dalle banche che dalla proprietà del Gruppo Angelini per le prestazioni rese nel 2008". Viene chiesto: "Che la Magistatura consentendo la procedura d'urgenza per l'esecutività dei decreti ingiuntivi promossi dai lavoratori contro la proprietà per il pagamento degli stipendi concluda il procedimento in tempi brevi; che si sottoscrivano rapidamente i contratti negoziali tra le Asl e le proprietà; che la Regione sblocchi i crediti 2008 e ch si faccia garante del prestito bancario ai lavoratori per consentire loro di uscire dalla condizione di drammatica indigenzain cui li ha precipitati la mancata corresponsione degli stipendi". Ultimo aspetto, ma non per importanza: "Che Regione ed Asl garantiscano in concreto la legalità assicurando ai cittadini la disponibilità di prestazioni sanitarie efficari e sicure; attivando controlli e verifiche sulla disponibilità, qualità e conformità delle prestazini erogate; applicando le prescrizioni normative previste in caso di mancato rispetto e mancata garanzia delle condizioni di assistenza e lavoro". Fare presto, insomma. E concretezza, lasciando all'angolo false promesse e proclami. Da parte sua, il sindaco di Vasto Luciano Lapenna, in qualità di presidente del Comitato ristretto dei Sindaci della Asl Lanciano-Vasto si farà promotore di convocare un incontro urgente con i vertici della Asl, allargato alla presenza della Regione, chiedendo di attivare da subito i dovuti controlli ed accertamenti su come vengono erogate le prestazioni.