C'erano tutti gli ingredienti per una serata meravigliosa di sport a tinte biancorosse e con l'aggiunta di verde per la conquista di uno Scudetto che era ormai in pugno. Ma la 'solita follia', quella che purtroppo in non poche occasioni si materializza negli stadi di tutta Italia, ha rovinato il bel contesto. Dieci minuti di 'black out', in tutti i sensi, specialmente nelle teste di chi entra in un impianto sportivo con il solo scopo di distruggere. Salgono in cattedra, purtroppo, pseudo tifosi e 'sportivi' di qualche altra squadra 'infiltrati' al pubblico siracusano. Ed ecco che a rimetterci, ancora una volta, è una partita di calcio che fino a quel momento aveva fatto vedere cose pregevoli ed interessanti, soprattutto per merito della Pro Vasto ed anche di chi, allo stadio, ed erano tantissimi, ci era andato con il solo scopo di tifare e fare festa, fino all'ultimo, dall'una e dall'altra parte, dopo una stagione già impreziosita dalla riconquista del calcio professionistico per effetto delle rispettive vittorie dei relativi gironi di serie D. Pro Vasto-Siracusa ad Aprilia è invece finita come nessuno avrebbe voluto che finisse. Sospesa nell'intervallo, su disposizione dell'autorità di pubblica sicurezza. Di fatto non c'erano più le condizioni per riprendere la sfida. Gente in campo finitaci dopo la grande paura per una 'miccia' iniziale (determinata dallo sfondamento di una porta della grata che separava lo spazio destinato ai tifosi vastesi dal resto della tribuna dello stadio) e tensione palpabile, sul rettangolo verde e sugli spalti, dopo i pericolosi 'confronti' tra opposte fazioni. Certo è che dal settore occupato dai tifosi siracusani (e in generale dai 'neutri') sono piovute bottiglie di plastica ed anche di vetro, addirittura un masso, forse staccato dalle gradinate (che per fortuna non hanno colpito nessuno) oltre a sputi, improperi e via discorrendo contro i vastesi che in qualche maniera hanno pure reagito. Paura anche per un bimbo, sfiorato da un fumogeno, che si trovava al fianco del presidente del Siracusa. Poco efficace l'azione preventiva delle forze dell'ordine e, soprattutto, si è rivelata del tutto inadeguata la scelta di far disputare questa finale ad Aprilia in uno stadio dove la separazione tra le due tifoserie, per la presenza di un'unica tribuna, non poteva essere netta. La vittoria della Pro Vasto ed il titolo di Campione d'Italia dei Dilettanti sono strameritati per i biancorossi di Di Meo, anche per quanto fatto nei soli 45 minuti giocati contro il Siracusa nella finalissima, ma è chiaro che l'amaro in bocca per l'epilogo c'è tutto. Prima dei 'fattacci', accaduti improvvisamente, nel mentre nello spazio occupato dal pubblico biancorosso dominavano solo gioia ed entusiasmo, la partita era stata anche interessante, dal punto di vista tecnico, ed ancora una volta ben giocata da Bonfiglio e compagni. I gol di Potenza ed Okoroji e un paio di ottimi interventi di Gaudino stavano spianando la strada ai vastesi, pure in superiorità numerica per l'espulsione del centravanti siracusano Cosa per un bruttissimo fallo sullo stesso Okoroji. Peccato, perché la festa sarebbe stata bella e carica di positive sensazioni, anche per chi la perdeva questa gara, dato che esserci, dopo una stagione di grandi sacrifici e contraddistinta dalla promozione in Seconda Divisione, già significava tanto.