CACCIA APERTA AI 'FINTI VASTESI': CASE AL MARE COME RESIDENZE PRINCIPALI PER NON PAGARE L'ICI...

Michele D'Annunzio
01/06/2009
Attualità
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Nuovi residenti, è boom di domande a Vasto dove, però, il Comune va a caccia dei "falsi vastesi". Quelli che hanno la casa al mare e vogliono farla risultare come prima abitazione per evitare di pagare l'Ici. Verifiche in corso da parte dei vigili urbani, non senza disagi per chi davvero si è trasferito in città, ma per motivi di lavoro non può farsi trovare a casa negli orari in cui gli agenti municipali escono per i controlli. “In un complesso residenziale di contrada San Tommaso, a Vasto Marina - racconta il direttore generale del Comune, Giancinto Palazzuolo - risultavano 400 nuovi residenti. In realtà, ci abbiamo trovato dentro solo 5 famiglie. Spesso i vigili chiedono ai vicini di casa”, che non sempre confermano la presenza degli “aspiranti vastesi”. Il vantaggio di chiedere la residenza per chi, invece, vive in riva all’Adriatico solo nei mesi estivi, è evidente: evitare il pagamento dell'Ici, ancora in vigore sulla seconda casa, abolito invece sulla prima, con un minore gettito per le casse municipali che si aggira intorno al 6%: “Significa - spiega Palazzuolo - meno 6mila euro ogni 100mila”. Il tutto a fronte di una crescita reale e costante della popolazione residente. Di fatto, secondo i dati in possesso del Comune, la popolazione ha superato abbondantemente i 40mila abitanti. Di almeno 2mila unità. Duemila, infatti, sono i “domiciliati non residenti” - cioè le persone che vivono tutto a Vasto tutto l’anno ma risultano nelle liste di altri Comuni - in base ad un calcolo approssimativo delle utenze domestiche (metano, elettricità) effettuato dagli uffici municipali. “In effetti - spiega Rocco Cerulli, assessore ai Servizi demografici - ci sono almeno 2mila persone che si sono trasferite in città dai piccoli centri dell’entroterra, ma hanno mantenuto la residenza ufficiale nei paesi d’origine. Non è un fatto nuovo: sono persone che usufruiscono dei servizi comunali: ad esempio, il ritiro dell’immondizia, pur non pagando la Tarsu (tassa sui rifiuti solidi urbani). E’ allo studio un sistema di incrocio dei dati per far emergere queste situazioni. Se disagi ci sono - afferma Cerulli - è perché il settore Anagrafe è in corso di ristrutturazione: entro 20 giorni, saranno pronti nuovi uffici. L’altro motivo è che la procedura di cambio di residenza è complessa. La legge richiede il controllo dell’effettiva residenza, oltre a scambi di dati, non sempre tempestivi, tra i due Comuni interessati. E questo va fatto riguardo ad ogni singolo cittadino che decide di trasferirsi”. Disagi ce ne sono. A pagare le “furbizie” di qualcuno sono coloro, e non sono pochi, che a Vasto hanno deciso di trasferirsi realmente perché, prima che arrivasse la crisi nera, hanno trovato lavoro nelle aziende della zona. C'è chi svolge il turno giornaliero. Per questo, non può farsi trovare in casa tra le 8 e le 17, esclusi i tempi di rientro nella propria abitazione. E così, chi non vuole diventare vastese evade le tasse, rendendo difficoltoso il cambio di residenza per chi vuole trasferirsi davvero.

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