Livelli di inquinamento superiori a quelli di Milano. Centraline dell’Arta spente da mesi e monitoraggio insufficiente, perché esclude gli inquinanti peggiori, come microparticolato, nanoparticelle e diossine. L’aria del Vastese, della Val di Sangro e di ampie aree dell’intera regione è tutt’altro che salubre. E sui terribili Ipa, che derivano soprattutto dagli scarichi delle auto, c’è un sospetto: “E’ una cosa strana. Non si può pensare che ci sia più traffico in questa zona rispetto a Milano o alle aree metropolitane”, sottolinea Michele Celenza, presidente dell’associazione civica “Porta Nuova” di Vasto, che ha condotto lo studio incrociando i dati Arta (Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale) e ipotizza che “se c’è una cosa strana, questa è rappresentata dagli inceneritori. Ce ne sono uno a Lentella e 2 in Val di Sangro”. Celenza ha spigato il tutto in un conferenza stampa convocata questa mattina a Vasto insieme a Giuseppe Rossi di “Porta Nuova”, Renzo Di Biase del “Movimento spontaneo Mani Libere” di San Salvo, Antonio Bianco di “Ecovie” di Lanciano e Pasquale Colantonio di “Costambiente” di Atessa. “Su 12 inquinanti considerati prioritari dalle normative vigenti, le centraline ne rilevano solo 4, comprese quella di San Salvo, che è spenta dall’ottobre 2008 e quella di Atessa, che non funziona dall’ottobre dell’anno prima”, evidenzia ancora Celenza. E poi, “picchi di biossido di azoto non riportati dal Piano regionale per la qualità dell’aria. E’ la maggiore produzione da Rimini a Taranto e livelli medi di Ipa pari a 127 nanogrammi per metro cubo, mentre a Milano si arriva a 12-13”.