Rischia di finire nelle aule giudiziarie la vicenda del rimpasto della Giunta comunale di Vasto. Eliana Menna, infatti, sarebbe pronta a ricorrere al Tribunale amministrativo regionale contro l’esclusione dal Lapenna-bis, annunciatale proprio dal primo cittadino al termine della seduta di Giunta di mercoledì scorso. Fino a ieri, mancava la notifica ufficiale, presupposto indispensabile per sostituire la Menna con Donato Di Pietropaolo, come indicato da Rifondazione comunista. Un ritardo che sarebbe dovuto proprio al rischio di esporsi ad un eventuale ricorso della stessa Menna. Forse qualcosa più di un rischio: un’intenzione. Gli uffici municipali sarebbero al lavoro per cercare le contromisure. Non basterebbe, infatti, motivare la decisione di ritirare la delega con il semplice venire meno del rapporto di fiducia tra sindaco e assessore. L’ex leader locale del Prc è vicina ad aderire all’Italia dei valori. Sabato ha partecipato all’assemblea programmatica regionale del partito di Di Pietro. Da ieri, sul blog internet del consigliere comunale dipietrista Corrado Sabatini è visibile il testo integrale del discorso che la Menna ha pronunciato alla convention di Francavilla al Mare. In ampi stralci si fa riferimento alla situazione politica vastese. L’assessore comunale alle Politiche sociali, anche se non è ancora ufficiamente fuori dalla squadra di governo della città, parla già da ex amministratrice. “A Vasto - ha detto - abbiamo vinto le elezioni con due parole-chiave: cambiamento e vocazione. Il cambiamento non doveva essere solo quello esterno della parte visibile della città, ma si doveva praticare un nuovo rapporto con il cittadino fatto di trasparenza e condivisione. Invece - ha sostenuto - purtroppo si sono ripetuti gli stessi errori delle vecchie amministrazioni, le stesse modalità di supponenza e superiorità che hanno deluso il cittadino, ferendolo nel suo profondo, deludendolo ancora una volta. La vocazione. Si doveva lavorare per far diventare Vasto la perla dell’Abruzzo centro di cultura e di turismo. Invece - ha polemizzato - anche qui ci si è arrabattati alla meno peggio cercando di far poco o nulla e avallando le politiche del ‘ma anche’, mettendo insieme la piccola pesca con lo sviluppo della zona industriale, il turismo con il progetto dell’inceneritore, il porto commerciale con il porto turistico”. Il tutto mentre Francescopaolo D’Adamo (IdV) ragiona già da assessore al Commercio: “Tra gli operatori si sta creando una tale aspettativa, che mi fermano per strada”.