''UNO STRANO PAESE E' UN LIBRO-TESTIMONIANZA

Francesco Bottone
21/03/2006
Territorio
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Ha avuto una grossa partecipazione di pubblico, probabilmente al di là delle più rosee aspettative, l'incontro di sabato scorso durante il quale si è tenuta la presentazione del romanzo ''Uno strano paese'' di Franco Meo, quello scritto scomodo che ormai da mesi alimenta le polemiche politiche in paese. L'autore, accusato di aver usato l'allegoria e la finzione romanzata per colpire alcuni notabili del paese, per togliersi insomma qualche sassolino dalla scarpa, con un intervento pacato ma deciso ha respinto ogni addebito. Il Meo ha ribadito che il suo è un romanzo ''immaginario'' e che dunque non c'è alcuna corrispondenza tra Castelguidone e la comunità di Caprafica tratteggiata nello scritto. ''La falsa identificazione tra le due comunità è frutto di interpretazioni errate e tendenziose, fatte evidentemente da persone in malafede'' - precisa caustico Meo, e continua - anche perché non credo che qualcuno abbia potuto fare realmente quelle cose che io attribuisco ai personaggi del romanzo''. Insomma non c'erano ''bersagli'' da colpire e chi si è sentito attaccato evidentemente ha la classica coda di paglia, questa in sintesi la difesa dell'autore. L'intento dI Meo non era quello di colpire personaggi specifici, ma denunciare uno stato di cose, un andazzo tipico di molte realtà di paese dove il sistema politico assume spesso i caratteri tipici della ''sudditanza medievale''. Particolarmente acuto e apprezzato l'intervento della preside Maria Di Loreto Barrassi, tra l'altro impegnata politicamente come amministratore provinciale e comunale sin dagli anni '70 quando in politica contavano davvero le idee e i valori, che ha parlato di ''libro testimonianza''. Il romanzo, a suo avviso, denuncia infatti un sistema politico di tipo ''clientelare'' che è stato ed è ancora la costante di molti comuni montani. Un sistema politico imperniato sul favoritismo e il clientelismo che è servito solo a perpetuare se stesso, che ha portato al ''ristagno del potere politico, prostituendo la dignità delle persone'', e che è stato sicuramente una delle concause dell'arretratezza cronica in cui versano molte realtà del comprensorio montano.

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