Mucillagine, siccità e acque calde: morìa di cozze nella Costa dei Trabocchi

L’allarme lanciato dal Flag e dai produttori che chiedono l’intervento della Regione

redazione
21/08/2024
Territorio
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Mucillagine, siccità e riscaldamento delle acque marine: sono queste le tre criticità che nelle ultime settimane stanno mettendo in ginocchio gli impianti di molluschicoltura della Costa dei Trabocchi.

A lanciare l’allarme sono Maurizio Di Pietro, presidente dell’organizzazione di produttori (Op) Acquacoltori della Costa dei Trabocchi, e Franco Ricci, presidente del Flag Costa dei Trabocchi, che chiedono un incontro urgente alla Regione Abruzzo per poter valutare possibili interventi a sostegno degli operatori.

Come riferito dal presidente della Op, infatti, negli impianti delle imprese aderenti al consorzio e dislocate nel territorio compreso tra Ortona e Vasto, i danni sono già ingenti e irreversibili. «Finora abbiamo già perso l’intero prodotto adulto, pari a 7.000 quintali di mitili, e circa l’80 per cento del novellame, pari a 10.000 quintali che avrebbero generato 30.000 quintali di prodotto adulto», rivela Di Pietro. «Continuando così, entro settembre avremo perso l’intero seme e questo significherà dover ripartire praticamente da zero, come se avessimo appena aperto gli impianti, con la raccolta dei prodotti per il commercio che non avverrà prima del 2026. Siamo davvero disperati».

All’origine della morìa delle cozze e del seme che poi, crescendo negli impianti, produrrebbe nuovo prodotto adulto, le condizioni meteorologiche nella stagione estiva 2024, caratterizzata da mucillagine e temperature elevate e prolungate nel tempo delle acque marine, che hanno raggiunto i 30 gradi, producendo anossia, ossia assenza di ossigeno, nei tessuti dei mitili e provocandone la morte.

A questo, si è aggiunta la siccità che ha causato uno scarso apporto idrico proveniente dai fiumi e, di conseguenza, una forte riduzione della disponibilità di nutrimento per i molluschi bivalvi costituito da fitoplancton e particellato organico. «Queste condizioni hanno determinato un forte stress e stato di sofferenza dello stock di molluschi in allevamento», prosegue Di Pietro. «Il fenomeno è iniziato già dal mese di luglio, provocando morìe di mitili in allevamento con una progressione crescente in maniera esponenziale. Tale situazione ha generato inevitabili ripercussioni sulla capacità di commercializzazione del prodotto adulto allevato e pronto per essere commercializzato. In queste ultime settimane, si è aggiunto il fenomeno dell’indebolimento del bisso (che tiene ancorate le cozze alle superfici) e del conseguente distacco dei mitili, dovuto presumibilmente al perdurare delle temperature elevate, con conseguente perdita totale del prodotto in allevamento».

Ma la preoccupazione principale è legata al novellamente da mettere a dimora, che rischia di non essere disponibile e, anche nel caso in cui resistesse, «sarebbe comunque un’operazione rischiosa se non inutile data la costanza delle condizioni meteo che non ne consentirebbe la sopravvivenza. Situazione che, di fatto, mette in serio pericolo la possibilità di avviare la produzione del prossimo anno».

Per questa ragione, l’organizzazione di produttori, supportati dal Flag Costa dei Trabocchi, ha inviato una nota al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, all’assessore regionale alla pesca, Emanuele Imprudente, ma anche all’Arta, all’ITC-CNR, alla Direzione Marittima di Pescara e alla Capitaneria di porto di Ortona, chiedendo un incontro urgente «per verificare e stabilire al più presto i provvedimenti da adottare, anche allo scopo di avviare processi amministrativi in grado di riconoscere lo stato di difficoltà degli operatori e mettere in campo interventi a sostegno del settore», come si evidenzia nella nota.

Tra le soluzioni lanciate dal consorzio e dal Flag Costa dei Trabocchi: il riconoscimento dello stato di calamità, l’individuazione di forme di indennizzo diretto o la rateizzazione degli importi dovuti al fisco e agli enti previdenziali (tasse, contributi, iva, concessioni demaniali, ecc), sia arretrati che futuri, almeno per i prossimi due anni. E ancora, si chiede alle istituzioni di adoperarsi con gli istituti bancari, affinché consentano una moratoria sui mutui accesi dagli imprenditori del settore.

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