La mostra di Mirta Maranca alla Sala Bontempo di Palazzo d'Avalos

redazione
05/08/2024
Arte
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L’estate della Città del Vasto 2024 regala tra i tanti eventi un programma fittissimo di mostre, alcune delle quali di grande richiamo nazionale; come quella di Mirta Maranca che si inaugurerà il 5 agosto e si protrarrà fino all’11 presso le prestigiose Sale espositive “Roberto Bontempo” di Palazzo d’Avalos.

La mostra si intitola “Osservando la bellezza che cattura il mio sguardo”, patrocinata dal Comune di Vasto nella persona dell’Assessore alla Cultura e Turismo Nicola Della Gatta ed organizzata dalla Associazione di Competenze Multidisciplinari ACM, punto di riferimento per molti artisti sia italiani che stranieri. L’inaugurazione si terrà lunedì 5 agosto alle ore 18.30.

Il percorso artistico di Mirta Maranca, pittrice ormai affermata, parte da Pescara, dove vive e svolge la sua attività artistica. Nella stessa città ha frequentato il Liceo Artistico Statale G. Misticoni, dove ha conseguito la maturità artistica nel 1990. Inoltre ha studiato Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino, e, naturalmente, storia dell’Arte, nel relativo corso di quattro anni.

E’ conosciuta in Abruzzo ed in altre regioni italiane avendo partecipato a mostre collettive e personali ma anche all’estero dove ha riscosso largo consenso di critica d’arte.

Nella personale di Palazzo d’Avalos, tra le altre in esposizione, le sue opere mostrano uno spaccato di vita africana inserita in paesaggi accesi di colori, tra i quali ci sembrano provenire i canti di coloro che svolgono le proprie attività o trascorrono ore di festa nell’ambito di alcuni riti tradizionali.

Inoltre lo sguardo della pittrice si posa con curiosità anche su molti angoli dell’Abruzzo dove può ammirare antichi borghi, tra i quali Scanno, affascinante per gli eleganti costumi che ornano le donne su un panorama di limpide acque e di montagne ricche dei tipici gigli rossi selvatici.

Scorge misteri della natura visibili solo ad occhi attenti: l’albero che affonda le sue radici sulle fondazioni di un edificio fatiscente prossimo a crollare, mettendo fiori e promettendo vita e speranza; un antico castello, ormai ridotto a rudere, Rocca Calascio circondato di ginestre e di fiori affacciati tra spuntoni di pietre che le parla di epoche lontane e di antichi splendori.

L’attrae quel fascio di luce artificiale nella notte prepotentemente superante il discreto raggio della luna e mettendo in evidenza le erbe selvatiche che circondano il Castello di Ortona. Uno sguardo di ammirazione rivolge ai pazienti raccoglitori di fiori di zafferano, l’elemento prezioso nel le mense col suo giallo dorato.

Mirta Maranca ama la pittura e dalle sue opere traspare un amore verso la natura e l’ambiente in ogni suo elemento: naturale e antropico o se vogliamo, biotici e abiotici.

In effetti attraverso le sue tele l’Artista esprime la sua anima che crede in un futuro migliore di Libertà, di Pace e di rispetto dell’ecosistema.

La ricercatezza e i colori vivaci completano un’arte che ricerca l’anima anche nelle cose inanimate.

Mirta Maranca ha saputo lanciare dalle sue tele un vero messaggio che l’attento osservatore dei suoi quadri ha raccolto in una meravigliosa simbiosi con l’artista.

Un’arte, quindi che abbraccia tutto ciò che ci circonda, un messaggio alla vita ed alla natura da rispettare, un’attenta ricerca del rapporto uomo-natura che l’artista ha saputo imprimere su tutte le sue tele.

L’opinione sull’Artista sono compendiate in alcune annotazioni espresse da eminenti critici d’arte e poeti che qui riassumiamo: il poeta Umberto Piersanti dice: Il mito è assoluto e lontano ma pure presente e quotidiano. Un giorno magari molto vicino, Mirta Maranca abbandonerà il mito e ci racconterà storie più quotidiane e più vicine, ma non potrà mai tralasciare quel senso inquieto e fantastico col quale si avvicina a persone, cose e vicende. Ella ha una sostanziale impossibilità di accostarsi in modo quieto e pacifico al reale essendo tra quegli artisti che non s’ interessano alle “briciole nel taschino”.

Sulle sue tematiche successive, il critico d’arte Roberto Franco afferma: La poesia di Mirta non appartiene solo alla sua intimità ma all’io che crea e trasmette sensazioni oggettive ed universali. I suoi soggetti non sono mai espressioni di accademia formale, bensì espressioni di un mondo che va oltre il momento mitologico, ma appartengono alla mitologia della quotidianità. La sua pittura è essenziale, di una modernità non stereotipata bensì appartenenti ai momenti salienti della globalizzazione.

Il critico Giuseppe Bacci conclude nel dire: parlando delle tematiche afferma che il suo sguardo si posa affascinato su riti e danze extraeuropee,dovei protagonisti si esibiscono in antichi passi di danza tramandati a noi da una cultura millenaria di cui lo spettatore rimane affascinato per gli eleganti costumi che ornano le scene tra montagne, frutteti e limpide acque che fanno da sfondo allo spettacolo.

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