Anche nella provincia di Chieti è partita la raccolta delle firme per la campagna referendaria, l'obiettivo della CGIL è quello di rimettere al centro il lavoro e la dignità delle persone. I quesiti referendari si pongono l'obiettivo di rendere il lavoro dignitoso, stabile, tutelato e sicuro.
Sono quattro i quesiti proposti e riguardano l'abolizione delle attuali norme sui licenziamenti illegittimi (Job Act) prevedendo l'obbligo di riassunzione in caso di licenziamenti illegittimi, la limitazione dei contratti a termine e la garanzia della sicurezza negli appalti.
In provincia di Chieti, è possibile firmare nelle sedi della CGIL Chieti , nei banchetti che saranno operativi nelle piazze a partire dai comuni di Chieti, Lanciano, Vasto, Francavilla al Mare, Ortona, San Salvo. E' possibile inoltre firmare nelle sedi CGIL Chieti, oppure direttamente attraverso la firma On Line con l'utilizzo dello Spid accedendo all'indirizzo: https://www.cgil.it/referendum
"Dopo tante iniziative di mobilitazione scioperi e manifestazioni - dichiara il segretario generale della Cgil Chieti Franco Spina - abbiamo deciso come CGIL di attivare lo strumento referendario e coinvolgere tutti i cittadini. Non si vuole comprendere che il sistema Paese non si regge se continuiamo a comprimere i salari e i diritti delle persone e dei lavoratori. La precarietà non consente ai giovani di costruire un futuro dignitoso, così come nel sistema dei sub-appalti all'infinito, si crea spesso una compressione dei diritti che riduce l'attenzione sugli investimenti per la tutela di salute e sicurezza. Se pensiamo alle morti sul lavoro, a partire dalle ultime 5 vittime in Sicilia, così come in Toscana ad esempio, spesso sono lavoratori in appalto. Allora chi governa oltre a dare la solidarietà del momento alle famiglie delle vittime, deve intervenire per evitare che si ripetano tragedie simili migliorando le norme sul precariato e gli appalti ripristinando la responsabilità solidale del committente, i referendum servono a questo".
Nel dettaglio riportiamo i quattro quesiti.
Per dare a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo.
Cosa vogliamo cancellare?
Le norme sui licenziamenti del Jobs Act che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziata/o in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015.
Per innalzare le tutele contro i licenziamenti illegittimi per le lavoratrici e i lavoratori che operano nelle imprese con meno di quindici dipendenti.
Cosa vogliamo cancellare?
Il tetto massimo all'indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole aziende, affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite.
Per superare la precarietà dei contratti di lavoro.
Cosa vogliamo cancellare?
La liberalizzazione dei contratti a termine per limitare l'utilizzo a causali specifiche e temporanee.
Per rendere il lavoro più sicuro nel sistema degli appalti.
Cosa vogliamo cancellare?
La norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell'appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale della lavoratrice o del lavoratore.