Carceri, Sappe: "Turni fino a 16 ore, non agenti ma schiavi”

Segretario sindacato Abruzzo, sacrifici non più sostenibili

redazione
06/05/2024
Attualità
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"Un'azione efficace e profonda che, in ossequio al dettato costituzionale, garantisca dignità tanto ai detenuti quanto a chi nel carcere ci lavora, purtroppo con altissimi e non più sostenibili sacrifici".

La chiede, in una nota, il segretario regionale Abruzzo del Sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria (Sappe), Giuseppe Ninu, a proposito della situazione nelle carceri abruzzesi.

Il Sappe denuncia "turni di servizio di 8 -12 ore consecutive, a volte anche 16 ore, ferie non godute, lavoro straordinario non retribuito e pasti non fruiti durante determinati servizi". Secondo il sindacato "è impossibile pianificare impegni familiari e personali, senza parlare di quella serenità lavorativa assente a causa delle molteplici aggressioni spesso non punite. In sostanza, non agenti, ma schiavi". 

Ninu chiama quindi in causa le istituzioni per non aver garantito i diritti agli agenti di polizia penitenziaria. Per loro il sindacato pretende "strutture moderne ed efficienti in grado di ridurre il sovraffollamento dei detenuti, in particolare quelli affetti da gravi patologie e costretti a espiare la pena da reclusi, invece di essere ricoverati nelle sedi preposte". 

"Gli Istituti penitenziari abruzzesi, Avezzano, Chieti, Pescara, Lanciano, L'Aquila, Sulmona, Teramo e Vasto - conclude Ninu - sono navi alla deriva e, in alcuni casi, l'assenza di direttori o comandanti ha fatto implodere l'organizzazione, con il rischio della sicurezza, non solo interna". 

(Ansa Abruzzo)

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