Notificato questa mattina a Luciano D'Alfonso, leader regionale del Partito Democratico e sindaco di Pescara, l'avviso di garanzia per corruzione, concussione, abuso d'ufficio e falso ideologico. Il sindaco: ''Sono sereno e non mi dimetto''. L'avviso di garanzia è stato consegnato questa mattina a Luciano D'Alfonso nella sua abitazione di Pescara da parte della Squadra Mobile. Poco dopo la casa del sindaco sarebbe stata perquisita da parte degli agenti. Poi l'attenzione si è spostata in Comune. E' lì che attualmente si trova il primo cittadino insieme ai 15 agenti della Squadra Mobile di Pescara e della Polizia Postale che stanno portando avanti le indagini. D'Alfonso, insieme agli agenti e al suo staff, si trovano adesso in sala giunta. Sui banchi si stanno spulciando faldoni per cercare documenti utili alle indagini. Shock in Comune per questo nuovo provvedimento che sembra dare una decisiva accelerata ad una indagine che va avanti ormai da moti mesi e che sta analizzando i rapporti tra l'amministrazione comunale e imprenditori del mattone. DUE FILONI DI INDAGINE Solo qualche giorno fa il dirigente del settore Patrimonio e collaboratore di D'Alfonso, Guido Dezio, era tornato in libertà dopo 40 giorni di arresti domiciliari per concussione e tentata concussione e aveva respinto al mittente qualsiasi accusa. Il braccio destro del sindaco sarebbe coinvolto nel primo filone di indagine. Lui e il primo cittadino, secondo la ricostruzione della Procura, avrebbero chiesto denaro a più imprese in cambio di atti amministrativi a loro favorevoli. Di qui l'ipotesi di reato di corruzione e concussione. Per quanto riguarda, invece, le ipotesi di truffa aggravata e falso ideologico, l'attenzione della Procura si e' soffermata sulla pubblicità istituzionale del Comune. Si ritiene, infatti, che i fondi per la pubblicità istituzionale in realtà sarebbero stati destinati a fini privati, personali, in particolare elettorali. Ad occuparsi dell'inchiesta è il sostituto procuratore Gennaro Varone. ASSESSORI AL LAVORO, NESSUNA DICHIARAZIONE Bocche cucite in Comune dove nessuno si lascia andare a dichiarazioni. Gli assessori stanno continuando a lavorare tranquillamente anche se è ovvio che una notizia del genere ha gettato profonda angoscia intorno all'entourage del primo cittadino. I consiglieri di minoranza cercano di conoscere un po' meglio la situazione facendo domande ai giornalisti ma al momento sono veramente pochissimi i dettagli su quanto sta avvenendo. PERQUISITE ANCHE ALCUNE DITTE Oltre alla perquisizione di questa mattina in casa D'Alfonso, secondo prime e frammentarie indiscrezioni, gli agenti sarebbero andati a far visita anche ad alcune ditte che lavorano per il Comune. Gli inquirenti si stanno soffermando, infatti, sulla ricerca di documenti che possano confermare le loro tesi accusatorie. Quali siano di preciso è ancora impossibile saperlo. Sembra chiaro, però, che il lavoro di ricerca che sta avvenendo in questo momento in Comune si protrarrà per diverso tempo. Lo stesso sindaco, a colloquio con gli inquirenti, starebbe cercando di ricostruire gli episodi contestati. GLI ALTRI AVVISI DI GARANZIA DEL SINDACO Questo non è il primo avviso di garanzia per il sindaco di Pescara, ma il primo atto giudiziario che lo investe nel corso della sua seconda legislatura. Durante il primo mandato, invece, si ricorderanno gli avvisi di garanzia del dicembre 2007 per i reati di corruzione, abuso di ufficio, illecito finanziamento ai partiti, rivelazione di segreto d'ufficio per fatti legati anche ad un concorso comunale vinto proprio dal suo braccio destro Guido Dezio, poi promosso dirigente. Il sindaco si è sempre detto molto sereno. Questa mattina, invece, nessuno ha avuto modo di vederlo. LA POLIZIA E' USCITA DALLE STANZE DEL SINDACO Esattamente dopo due ore dal loro ingresso, alle 14.30, gli agenti hanno lasciato Palazzo di città. Ad uscire dagli uffici del sindaco sono stati per primi il dirigente della Mobile Nicola Zupo e l'ispettore della polizia postale. Con loro anche sette agenti con borse piene di documenti. «Lasciatemi perdere. Non rilascio dichiarazioni», sono state le poche parole di Zupo, visibilmente scosso e alterato. Nessuna traccia, invece, del sindaco D'Alfonso. Si tengono sotto osservazione le tre uscite principali per tentare di avere almeno un suo commento. ASCOLTATO ANCHE IL DIRIGENTE PESCARA Nel corso della perquisizione negli uffici del sindaco, prima della conclusione, è entrato per circa 15 minuti anche l'ispettore Davide Zaccone con l'architetto Pierpaolo Pescara, dirigente ai Lavori Pubblici. E' probabile che gli inquirenti abbiano voluto da lui risposte o chiarimenti in merito a quanto si sta verificando. Pescara risulta attualmente indagato in due inchieste: la Green Connaction del 2006 sugli appalti del verde pubblico e in quella delle concessioni edilizie, di qualche mese fa, rilasciate ai balneatori. ANCHE L'AVVOCATO MILIA HA LASCIATO IL COMUNE Ha lasciato gli uffici comunali, poco prima delle 15, anche Giuliano Milia legale del primo cittadino. L'avvocato non ha rilasciato alcuna dichiarazione ai giornalisti, sebbene sia stato sollecitato a chiarire quanto sta avvenendo. La sua presenza fa ipotizzare un possibile interrogatorio subito dal primo cittadino questa mattina o forse il sindaco ha chiesto semplicemente l'assistenza del suo legale nel corso delle perquisizioni.