La grande mostra sui Fratelli Rossetti a Vasto non si farà. Quello che doveva essere il grande e riconosciuto evento di respiro internazionale per la città, a cavallo tra l'estate del 2008 e la primavera del 2009, è destinato a rimanere un sogno, almeno per chi, come l'assessore alla Cultura Francescopaolo D'Adamo ci aveva creduto e tanto, profondendo non poche energie per la sua organizzazione. Niente mostra, dunque, e 'buone intenzioni' che rimangono solo sulla carta. E' deluso, e non poco lo stesso assessore. Che ripensa ai viaggi a Londra, all'interessamento dell'allora ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli, alle rassicurazioni del presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco, a quelle del sindaco Luciano Lapenna e non può fare altro che storcere il naso. Non ci sarà nemmeno il coinvolgimento del Consiglio comunale sulla questione. Tra i punti all'ordine del giorno della prossima riunione dell'assise civica, aveva preannunciato l'assessore D'Adamo appena martedì scorso, avrebbe dovuto trovare posto anche la discussione sui Rossetti. E invece, niente. Tutto si dissolve, quasi come in una 'bolla di sapone'. L'ennesima ''incompiuta'' di questo 2008 per Vasto. Dopo altri eventi 'saltati, come ''Palatus'' (la rassegna enogastronomica interregionale al Palace Hotel) ed ''Enotria'' (la fiera del vino inizialmente programmata a Palazzo d'Avalos), ora anche questo. Che, con tutto il rispetto per gli stessi ''Palatus'' ed ''Enotria'', è evidentemente di un altro spessore. Un'organizzazione anche economicamente imponente (far arrivare oltre trenta dipinti di Dante Gabriel Rossetti da Londra non è mica una 'passeggiata'), ma un ritorno di immagine per la città che sarebbe stato di primissimo impatto. E invece, niente. La città perde dunque l'occasione di spiccare realmente il volo, di ritagliarsi una fetta di importanza di notevole entità. Un vero peccato. E allora accontentiamoci: di un buon brodetto di pesce e di qualche 'star' del cinema. Le opere dei Rossetti, per il momento, le potremo ammirare da lontano. E parafrasando il titolo dell'articolo pubblicato qualche settimana fa sulla sezione ''Travel'' del ''The Guardian'', popolare quotidiano britannico, ''The Vasto Unknown'', Vasto, purtroppo, è destinata realmente a rimanere ''unknown'' (sconosciuta) almeno ai livelli più alti.