Querelare il proprio capo non costituisce atto di ostilità e di insubordinazione che possa legittimare il licenziamento del lavoratore. ''Non può ritenersi legittimo sanzionare il lavoratore per aver esercitato il proprio diritto alla tutela giurisdizionale''. E' quanto ha stabilito Tribunale di Vasto in composizione collegiale ed in funzione di Giudice del Lavoro, in data 17.06.2008, pronunciando sul reclamo ex art. 669 tredecies c.p.c. proposto da Fabio Munafò contro la società Pilkington Italia spa. La storia: il lavoratore, nel febbraio 2007, patisce un infortunio sul lavoro e ritenendo responsabile di tale accadimento il suo diretto superiore lo querela. La società datrice di lavoro, però, considerando tale azione come atto di ostilità e d'insubordinazione lo licenzia. Munafò a questo punto ricorre al Tribunale di Vasto che, in prima battuta, nega la tutela invocata. Il lavoratore, assistito dagli avvocati Carmine Di Risio e Marialucia D'Aloisio propone reclamo al Tribunale in Composizione collegiale che accoglie il ricorso ed ordina alla Pilkingont, in persona del legale rappresentante pro tempore, di reintegrarlo nel posto di lavoro occupato prima del licenziamento irrogatogli. ''E' stato ribadito un principio fondamentale - commentano gli avvocati Carmine Di Risio e Marialucia D'aloisio - un lavoratore non può essere perseguito quando esercita un diritto che gli è garantito dalla legge e dalla Costituzione altrimenti viene di fatto annullata la sua dignità e la sua libertà''.