Pubblicato su ''Il Messaggero d'Abruzzo'', a firma di Marina Recinelli. ''Sono terminati ieri mattina, in una Procura della Repubblica di Vasto letteralmente blindata, gli interrogatori degli indagati coinvolti nell'operazione ''Histonium 2'' che ha condotto allo smantellamento di una pericolosa organizzazione criminale. Ieri mattina, il Gip, Caterina Sallusti, ha ascoltato i due carabinieri indagati per favoreggiamento, V.D., assistito dall'avvocato Giovanni Cerella, e G.D., difeso dall'avvocato Elio Rocchio. Entrambi gli indagati avrebbero respinto gli addebiti contestati dalla Procura. Ora si attende il pronunciamento del Gip sull'applicazione della misura dell'interdizione richiesta dal pubblico ministero Annarita Mantini. Giovedì pomeriggio, invece, era stato interrogato l'imprenditore di Fresagrandinaria Angelo Alessandrini già coinvolto nell'operazione ''Histonium'' dell'aprile 2007. Alessandrini, assistito dall'avvocato Pierpaolo Andreoni, si sarebbe limitato a ribadire, ancora una volta, di aver avuto solo rapporti d'affari con il presunto capo della banda Michele Pasqualone. Intato il legale di Pasqualone (che nell'audizione di mercoledì scorso ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere) l'avvocatessa Angela Pennetta, ha dichiarato: «A tutt'oggi il mio assistito non ha ancora potuto leggere gli elementi a supporto delle accuse rivoltegli dalla Procura. Ma non appena ne avrà la possibilità - ha evidenziato il difensore - Michele Pasqualone si è dichiarato disponibile a rendere un interrogatorio esaustivo dinanzi ai magistrati». Secondo gli investigatori, Michele Pasqualone, giunto in città sul finire degli anni Ottanta dopo aver trascorso un periodo di soggiorno obbligato in Lombardia, sarebbe riuscito a tessere una complessa tela di relazioni nel Vastese dove aveva cominciato ad operare come imprenditore nel settore turistico e della ristorazione. Una trama così fitta che gli avrebbe permesso di accreditarsi quale operatore economico per poi avviare, con la complicità di alcuni degli indagati, una serie di attività illecite. Infatti, l'ipotesi dell'accusa è che l'organizzazione sgominata puntasse al controllo del territorio riproponendo schemi e metodi comportamentali della criminalità organizzata. Intanto, le indagini proseguono mentre i legali delle diciassette persone a carico delle quali sono state applicate le misure cautelari (dodici ristrette in carcere e cinque ai domiciliari) stanno presentando le istanze per ottenere la remissione in libertà degli indagati.