Le modifiche alla disciplina del Superbonus introdotte dal governo Meloni nei giorni scorsi continuano a discutere e ad animare il dibattito politico. Il Presidente del Consiglio Meloni e il ministro dell’Economia Giorgetti in questi giorni hanno affermato che lo stop alla cessione dei crediti sono stati obbligati dalla necessità di “mettere in sicurezza” i conti pubblici e fermare le frodi. Dichiarazioni fortemente criticate dalle opposizioni. «Affossando il Superbonus, il governo Meloni ha dato un colpo letale all'edilizia e alla nostra economia» ha dichiarato la deputata e capogruppo nella Commissione Bilancio del Movimento 5 Stelle Daniela Torto. «Imprese, cittadini e associazioni di categoria chiedono al governo Meloni di tornare sui propri passi» sottolinea la deputata. «Possibile che il Presidente e il Ministro non si siano nemmeno accorti che grazie alla spinta data al settore da Superbonus e bonus edilizi, il Pil è cresciuto del 6,7% nel 2021 e del 3,9% nel 2022, ed è stato generato un extragettito tale da aver consentito ai Governi Draghi e Meloni di mettere in campo 90 miliardi di aiuti contro il caro energia?» chiede il consigliere regionale Pietro Smargiassi.
Dopo il confronto con le associazioni di categoria del mondo dell’edilizia da parte del governo Meloni sono state formulate ipotesi di possibili modifiche allo stop della cessione dei crediti. «.Si è ragionato sulla possibilità di consentire lo sconto in fattura per alcune fasce di reddito e per gli incapienti - ha dichiarato la presidente Ance Federica Brancaccio al termine dell’incontro - si è anche fatto un accenno all'eventuale disponibilità di Cassa Depositi e Prestiti». «Il ministro dell'Economia, Giorgetti, conferma la ferma determinazione a porre rimedio agli effetti negativi della cessione del credito correlata ai bonus edilizi e a trovare soluzioni per le imprese che hanno rispettato le norme» ha riportato una nota inviata alla stampa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sempre dopo la conclusione dell’incontro con le associazioni di categoria dell’edilizia. Tra le ipotesi in campo lo sblocco dei crediti pregressi anche con l’F24 con il meccanismo delle compensazioni sociali.
La Cgil nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme sul rischio della perdita di centomila posti di lavori nel settore edile con il blocco della cessione dei crediti derivanti dal Superbonus. Ma non è l’unico settore su cui i sindacati stanno ponendo attenzione in queste ore. Secondo i sindacati confederali ripercussioni potrebbero esserci anche per altri settori industriali, i rappresentanti del vastese hanno espresso forti timori di gravi ripercussioni per due importanti aziende come la Pilkington di San Salvo e la Granito Forte nella valle del Trigno.