Banconote false: i maggiori casi tra Vasto, San Salvo e Lanciano

Il bilancio della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Chieti per l'attività nel 2022

redazione
06/02/2023
Attualità
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È di 25.650 euro il valore delle 500 banconote false sequestrate nel corso del 2022 dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti, a seguito di attività dirette a contrastare il fenomeno del “Falso nummario”.

La “classifica” delle banconote false sequestrate trova al primo posto il taglio da 50 euro (398 esemplari, per un valore di 19.900 euro), seguite da quelle da 20 euro (45, per un corrispondente valore pari a 900 euro) e, quindi, da 100 euro (37 biglietti, per un corrispondente valore pari a 3.700 euro); a proseguire, si rilevano quelle da 10 euro (12 pezzi) e 6 da 5 euro; per quanto attiene, infine, ai tagli di maggior valore, si annoverano due banconote da 500 euro.

I Comuni più interessati al fenomeno sono risultati quelli di Vasto, San Salvo e Lanciano, ed in misura minore Chieti, San Giovanni Teatino e quelli a vocazione turistica ed i reati, al momento a carico di ignoti, sono stati segnalatati alle Procure di competenza.

Le banconote oggetto del sequestro da parte delle Fiamme Gialle sono essenzialmente riconducibili a quelle:

– spese presso i grandi centri commerciali ed esercizi della grande distribuzione, nonché i vari supermercati locali e gli Autogrill presenti sull’autostrada con annessi distributori stradali, aventi sede in questa provincia e ritirati dagli Istituti di Vigilanza;

– versate presso la “cassa continua” degli Istituti di credito.

La Banca d’Italia, ricevuti dai predetti Organismi i valori, li sottopone ad accurata verifica, per il tramite del Centro Nazionale Analisi (C.N.A.) e, selezionati quelli accertati essere contraffatti, li rimette periodicamente alla Sezione Tutela Economia del Nucleo PEF Chieti. E’ cura dei finanzieri interessare la Procura della Repubblica competente, in ragione del luogo in cui la banconota è stata scambiata ed eventualmente avviare specifiche indagini volte a rilevare, dove possibile, il potenziale “spacciatore” e ricostruire l’intera filiera del falso nonché eventuali collegamenti con episodi criminosi che hanno interessato la provincia teatina.

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