Il vastese Giuseppe Spataro, storico esponente della Democrazia Cristiana, sarà ricordato a Roma in occasione della presentazione del libro di Licio Di Biase ''Giuseppe Spataro - una vita per la democrazia''. Appuntamento lunedì 9 giugno alle ore 18 presso la Fondazione Museo ''Venanzo Crocetti'' in via Cassia, 492. Il volume, scritto da Di Biase in ricordo di Giuseppe Spataro (nato a Vasto nel 1897 e morto a Roma nel 1979), è edito da Ianieri. Nell'occasione, porteranno il saluto l'onorevole Antonio Tancredi, presidente della Fondazione Venanzo Crocetti, e l'autore Licio Di Biase. E' previsto anche l'intervento del consigliere regionale ed ex sindaco di Vasto Giuseppe Tagliente. Le conclusioni saranno affidate al senatore Giulio Andreotti, che ha già partecipato alla presentazione romana del libro nel gennaio di due anni fa. ''Giuseppe Spataro - afferma Di Biase - è stato il personaggio politico che, nel novecento, ha vissuto in prima persona le esperienze politiche più importanti dei cattolici italiani. Fu, giovanissimo, vice-segretario di Luigi Sturzo diventando il suo uomo di fiducia, tanto da essere sempre al centro, ma non in evidenza, nei momenti più importanti della vita politica del paese. Fu nel triumvirato che guidò il Partito Popolare quando Sturzo venne costretto all'esilio, fu alla guida dei partiti aventiniani, fu vice di De Gasperi nell'ultima fase di vita del Partito Popolare prima della fine della democrazia. All'avvento del fascismo riuscì a non essere travolto dalla dura repressione e, allo stesso tempo, riuscì a mantenere i rapporti con i popolari di ogni parte d'Italia, in segreto, ma con grande passione e grande spirito di appartenenza. Questa capacità fu di determinante importanza alla ripresa delle attività, ancora clandestine, quando ormai il fascismo stava per crollare. I rapporti utili alla rinascita del partito dei cattolici, di cui fu leader De Gasperi, furono quelli che Spataro era riuscito a tenere in vita nel ventennio fascista. E infatti De Gasperi si affidò alle capacità organizzative di questo abruzzese, vissuto sin da giovane a Roma, che aveva una grande capacità di tenere saldi i rapporti col territorio. Quando nacque la Democrazia Cristiana lui era lì, al fianco di De Gasperi, a ricoprire ancora una volta quell'oscuro, ma determinante, ruolo di vicesegretario. Con l'avvento della Repubblica ricoprì incarichi ministeriali, fino agli inizi degli anni '60, e, in questo contesto, fu l'uomo che seppe guidare la rinascita della sua Regione, l'Abruzzo, ancorata all'immagine di terra di pecore e pastori e che lui seppe far uscire dalla povertà, creando le condizioni per quello sviluppo che, poi, negli anni '70 e '80 avrebbe fatto dell'Abruzzo la prima regione del mezzogiorno. Fu il protagonista dell'inserimento dell'Abruzzo nella Cassa per il Mezzogiorno, indispensabile strumento per le occasioni di sviluppo. Negli ultimi anni della sua lunga ed intensa vita si dedicò ad un attento lavoro di ricerca e di ricostruzione della storia del movimento cattolico, o meglio, dei democratici cristiani. E' stato un infaticabile mediano''.