L’Abruzzo è regione dalla geografia con peculiarità particolari, unico territorio ma spesso sentito con territori distinti e distanti tra la costa e l’entroterra. C’è campanilismo ma soprattutto una ricca e variegata storia (anzi storie) e le distanze non sempre colmabili agevolmente tra i vari luoghi. Nella recente storia abruzzese c’è stata una data in cui l’Abruzzo si è, purtroppo tragicamente, ritrovato tutto unito, si è sentito unico: il 6 aprile 2009, la maledetta notte del terremoto aquilano.
Le scosse hanno colpito violentemente L’Aquila e il circondario ma i danni e i lutti hanno raggiunto tutta la Regione. Il motivo per cui ancora oggi tribunali come quelli di Vasto e Lanciano sono aperti è ricollegato al post terremoto. Quella notte morirono anche tre studenti di Vasto, Monteodorisio e Lanciano: Davide Centofanti, Maurizio Natale e Ilaria Rambaldi. Ilaria fu uccisa dal crollo di una palazzina di Via Campo di Fossa, la madre Maria Grazia Piccinini (avvocato del foro di Lanciano) ha costituito un’associazione in suo ricordo e un premio. È notizia di oggi la sentenza civile relativa al crollo di una palazzina quella notte in cui morirono 24 delle 309 vittime che ha riconosciuto ai familiari delle vittime un risarcimento parziale. “È una colpa, per le vittime sotto le macerie del crollo, non essere usciti di casa dopo due scosse di terremoto molto forti che seguivano uno sciame sismico che durava da mesi: è un passaggio della sentenza” riportato dall’ANSA.
“È una sentenza che ci ha meravigliato: ma da dove è venuto questo concorso di colpa? Persino la Cassazione ha confermato la condanna per uno dei componente della Commissione Grandi Rischi – ha dichiarato all'Ansa Maria Grazia Piccinini - come si può oggi dire che i ragazzi dovessero stare fuori quando tutti ricordano certe rassicurazioni?”. I ragazzi “andarono a dormire alle due di notte perché” erano stati rassicurati, prosegue la madre di Ilaria Rambaldi. Tra le rassicurazioni l’avvocato Piccinini ricorda l’esito della riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009. Quella riunione fu oggetto di un processo che in Cassazione vide condannato con sentenza definitiva l’allora vice capo della Protezione Civile De Bernardinis e assolti gli altri imputati.