La Lega italiana contro l'epilessia anche quest'anno ha organizzato per domenica 4 maggio una campagna informativa nazionale per sensibilizzare a questa patologia e nel contempo promuoverne una più consapevole conoscenza. A Vasto per iniziativa della Lega Abruzzo e Molise insieme alla Epilessia Abruzzo Molise onlus sono previsti due momenti che coinvolgeranno bambini e adulti. Con inizio alle ore 9 si svolgerà una gara podistica non agonistica con partenza dall'area della piscina comunale, riservata ai bambini di età compresa fra i 6 e i 14 anni, e l'''Open Day'' rivolto a chi volesse praticare il nuoto libero il cui ricavato sarà donato alle associazioni che si occupano di volontariato per l'epilessia. La corsa si snoderà su un percorso di 1,7 km per attraversare via dei Conti Ricci, via Maddalena, la circonvallazione Histoniense e si concluderà davanti allo stadio del nuoto. Ai primi 200 partecipanti saranno consegnate magliette e medaglie ricordo. Contemporaneamente chi vorrà potrà accedere alla piscina con un contributo di soli 5 euro che, grazie al patrocinio del Comune di Vasto, sarà devoluto in beneficenza. Infine alle 15.30, presso gli ex edifici scolastici di corso Italia, si svolgerà un convegno sul tema ''L'epilessia nella scuola e nello sport'' per affrontare con gli operatori scolastici e con gli insegnanti di sport le difficoltà che questa malattia comporta. Notoriamente è sconsigliato praticare sport come alpinismo o paracadutismo mentre con le dovute cautele sono praticabili tutti gli altri sport. La presidentessa dell'associazione Eamo di Vasto Francesca D'Addario e la dottoressa Mafalda Cipulli (nella foto), coordinatrice regionale in Abruzzo e Molise Lice, sono consapevoli che l'epilessia è una malattia che comporta una limitazione professionale per molti aspetti e che per altri è richiesta una particolare cautela nella pratica di determinate attività sportive. Il graduale abbattimento di certi pregiudizi contribuisce notevolmente a migliorare gli aspetti sociali di questa malattia sulla quotidianità di coloro che ne sono colpiti. ''A tutti i bambini - dicono la D'Addario e la Cipulli - noi auguriamo un futuro sereno anche se dopo una diagnosi di epilessia la vita che può seguire potrebbe avere un corso diverso e questo sebbene un bambino colpito da epilessia sia un bambino assolutamente normale, ma solo per le implicazioni sociali, che questa malattia comporta ed allo stigma del pregiudizio che ancora oggi si riflette sulla patologia stessa. Secondo un recente sondaggio di opinioni, il 6% della popolazione è convinta che si tratti ancora di una patologia demoniaca oppure psichiatrica, e molti soprattutto i giovani pur avendone conoscenza tramite i mass media non la riconoscono, soprattutto nel sud, se non come una patologia diversa. Solitamente quando si pone una diagnosi di epilessia in un bambino questa può provocare uno shock nei genitori, perché sono poco informati, perché hanno poco tempo per adeguarsi ed imparare ad osservare le crisi ed il bambino, per poter poi curare l'epilessia con la massima precisione''.