Pubblicato su ''Il Messaggero d'Abruzzo'', a firma di Mario Giancristofaro. ''Le ex stazioni devastate dai vandali, il vecchio tracciato lasciato nel degrado, i Comuni impossibilitati ad intervenire. Incredibile: l'arretramento della ferrovia lungo il litorale chietino, che tra l'altro doveva rilanciare il turismo costiero, si sta rilevando un boomerang per l'economia locale. ''Si apre ufficialmente la stagione balneare e noi dobbiamo ancora sapere se possiamo avere in comodato d'uso impianti ed aree'', dice il sindaco di Fossacescia Enrico Di Giuseppantonio. In sintesi, il problema sta in questi termini. I sindaci della Costa dei Trabocchi chiedono la gestione di aree e strutture per quattro anni, comunque fino all'approvazione del progetto di rigenerazione della Costa Teatina. La Società delle Ferrovie, proprietaria del tracciato e degli immobili dismessi, vuole concederla solo fino al prossimo mese di ottobre. Un accordo non si trova, così è tutto fermo. Adesso Di Giuseppantonio ha scritto alle Ferrovie ponendo una settimana di tempo per la definizione dei tempi di concessione delle aree e dei locali dell'ex stazione. Ma c'è anche un problema di finanziamenti. I sindaci, infatti, hanno deciso di limitare la richiesta di utilizzo temporaneo alle stazioni e alle aree ad esse limitrofe, per l'insufficienza dei fondi e l'impossibilità per Comuni e Provincia di accollarsi la manutenzione di tutto il tratto dismesso. ''Se non si concludono le trattative - dice Di Giuseppantonio - i sindaci saranno costretti ad emettere le ordinanze che impongono la pulizia delle aree alle Ferrovie dello Stato, con costi ingenti per le loro casse''. Intanto, la federazione provinciale di Rifondazione comunista replica al presidente della Confindustria Marrollo, che aveva attaccato la Legge Regionale sulla ''Tutela della Costa Teatina''. ''Ricordiamo a Confindustria - dicono Alessadro Feragalli e Marco Marra - che la Regione Abruzzo deve valorizzare la specificità del proprio territorio, da cui può trarre nuove forme di sviluppo, come il turismo ecosostenibile, che solo le Riserve e i Parchi possono concretizzare. Se i progetti di investimento sul territorio abruzzese sono solo di natura industriale, di estrazione di inerti e apertura di cave, allora il territorio costiero verrebbe compromesso fino a ledere ''la libertà'' di investire sul turismo ecosostenibile. Ricordiamo anche alla la classe politica della Provincia di Chieti e della Regione, di continuare verso la tutela del nostro territorio, uscendo dalle contraddizioni di sviluppo presenti in provincia di Chieti: ci riferiamo in particolare al Centro Oli di Ortona''.